Silvestro Scotti: I medici aspettano da dieci anni, su ACN 2016-2018 non permetteremo alibi a nessuno

“Prendiamo atto della scelta delle Regioni di non accettare la soluzione di una pre-intesa che avrebbe adeguato più rapidamente i compensi per i medici di medicina generale stabilizzandoli al 2017. È evidente che a questo punto affrontare il rinnovo dell’intero Accordo porterà un allungamento dei tempi che andrà ben oltre le elezioni europee di fine maggio”. Così Silvestro Scotti, Segretario Generale FIMMG, commenta l’esito dell’incontro tenuto ieri in SISAC sull’ACN 2016-2018.
FIMMG ha pertanto richiesto e ottenuto che la SISAC verifichi presso la Conferenza delle Regioni la necessità e l’urgenza di un nuovo atto di indirizzo riferito all’articolo 9 del “decreto semplificazioni” che in fase di prima applicazione, ovvero nella pubblicazione dei bandi regionali delle carenze di medicina generale, sta già mostrando criticità evidentemente connesse alla mancata contrattazione.
La Federazione dei medici di medicina generale ha sottolineato inoltre che in tempi estremamente rapidi le Regioni devono risolvere la questione del riparto del fondo INAIL, permettendo così che in ACN venga definito l’incremento della quota capitaria per i medici di medicina generale nonché gli arretrati, vista l’obbligatorietà imposta per legge con decorrenza dal primo gennaio 2019.

“Sarebbe paradossale pretendere che un professionista debba effettuare obbligatoriamente una prestazione in assenza di una definizione preventiva dei legittimi emolumenti”.

Per evitare inutili perdite di tempo e abbreviare i tempi delle trattative, FIMMG ha chiesto e si è condiviso un metodo di lavoro che consenta di consolidare progressivamente i nuovi articoli concordati partendo dall’attuale ACN.
“Appare evidente – conclude Scotti – che FIMMG vigilerà e si adopererà affinché tutti, SISAC, Comitato di Settore, Commissione Salute, Conferenza delle Regioni, Ministero siano “sul pezzo”. E “stare sul pezzo” è dare le giuste soddisfazioni economiche, professionali e motivazionali alla medicina generale italiana, attese da dieci anni, nella certezza che solo in questa maniera si possa arrivare alla salvaguardia del SSN e della necessità di assistenza dei cittadini”.
 
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