Il Segretario Nazionale spiega le motivazione alla base della contrarietà della Federazione dei medici al nuovo testo proposto dalla Sisac 

Si è svolto ieri l’incontro tra i sindacati e la Sisac, la struttura tecnica delle Regioni preposta al rinnovo dell’Accordo Collettivo Nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale. Dopo le polemiche scaturite attorno alla prima bozza, le parti si sono confrontate su un secondo testo che prevede, tra le novità, la possibilità per le Asl di ampliare la continuità assistenziale nella fascia oraria 0-8 e l’ampliamento della flessibilità per quanto riguarda il bacino d’utenza delle AFT.

A conclusione dell’incontro la Fimmg, Federazione Italiana Medici di Famiglia, ha espresso espresso apprezzamento per le dichiarazioni del coordinatore Pomo rispetto alla possibilità di rivedere, nel contesto di principi da condividere, l’intero articolato proposto. Tuttavia il Segretario Nazionale, Giacomo Milillo, ha espresso la contrarietà della Federazione al testo alla base della trattativa.

In particolare la Fimmg evidenzia come la bozza presentata mortifichi lo specifico percorso formativo del medico di medicina generale equiparandolo, nell’accesso alla convenzione, a titoli puramente accademici. Il testo, inoltre, prevede un ruolo unico tra medici di famiglia e medici di continuità assistenziale che è un’enunciazione formale con pochi margini per quella nuova continuità dell’assistenza da garantire sette giorni su sette da parte delle AFT, pensata a supporto di una medicina di iniziativa volta anche ad evitare l’intasamento dei pronto soccorso e ad accorciare le liste d’attesa.

Tra le altre contestazioni quella in base alla quale il testo omette sufficienti garanzie rispetto ad una subordinazione sempre maggiore, senza alcuna tutela sia sul piano dell’applicazione delle norme contrattuali sia su quello disciplinare, estendendo al personale convenzionato norme, come il D.Lgs 150/2009, previste per la dipendenza. Infine, la bozza non riconosce l’autonomia organizzativa del medico di medicina generale quale elemento fondamentale di tutela del rapporto di fiducia medico-paziente.

“In sintesi – afferma il Segretario Milillo – l’aspetto più pericoloso dell’articolato proposto è la presenza di una cultura ispiratrice gerarchica ancora tenacemente legata al controllo discrezionale e condizionante sui singoli anziché alla promozione dei percorsi e dei risultati”.

Analoga la posizione dello Snami, presente all’incontro con il presidente nazionale, Angelo Testa, il segretario nazionale, Gianfranco Breccia, e il vicesegretario nazionale, Gennaro Caiffa. “E’ stato un incontro interlocutorio – ha commentato il leader del sindacato autonomo – ma significativo, in quanto formalmente il dott. Vincenzo Pomo che dirige e coordina la Sisac, si è già espresso nel chiarire alcuni punti che noi dello Snami consideriamo irrinunciabili e pregiudiziali. In primis è stato ribadito che la bozza contrattuale, che ci è stata consegnata oggi, è assolutamente aperta alla discussione e alle integrazioni, non verranno perse ore per l’ex continuità assistenziale e si darà mandato alle regioni per la valutazione delle situazioni in cui verrà confermata l’assistenza come attualmente  viene erogata, per questioni logistiche e di distanza dei punti guardia dai presidi ospedalieri. Inoltre – ha spiegato ancora Testa – si libereranno oltre 27.000 posti di lavoro nei prossimi 7 anni per cui sarà garantito un ampio turnover che permetterà ai colleghi più giovani una sicura sistemazione. Ci siamo dati appuntamento – ha concluso il presidente – per il prossimo 12 luglio, in cui inizieremo i lavori entrando nei punti specifici del nuovo accordo collettivo nazionale.”

Più duro invece lo Smi, presente al Tavolo con il segretario generale Pina Onotri, il vicesegretario Luigi De Lucia, e il responsabile Assistenza Primaria, Bruno Agnetti. Il Sindacato Medici Italiani  ha ribadito la contrarietà alla nuova proposta di Acn presentata dalla Sisac e, a monte, all’Atto di indirizzo del Comitato di settore che la ispira. Lo Smi ha lamentato in primis un’assoluta mancanza di trasparenza e rispetto delle regole nelle modalità di conduzione della trattativa, essendo stato tenuto completamente all’oscuro, a differenza di altri sindacati, del testo della nuova bozza.

“In questa sede – ha affermato il segretario Pina Onotri – ribadiamo le ragioni di una contestazione ampia e serrata contro lo smantellamento della guardia medica notturna, che ha coinvolto sindaci, associazioni dei consumatori e semplici cittadini, nonché un fronte trasversale di partiti. Un movimento dalla Puglia, fino alla Toscana, dove è stata addirittura votata in commissione sanità all’unanimità una mozione di critica. Proprio nella patria dell’ancora embrionale modello h16. Non condividiamo l’atto di indirizzo – ha continuato Onotri – perché illegittimo e impugneremo tutto ciò che da esso discende anche la futura convenzione, se necessario. Illegittimo perché va ad impattare sul lavoro del 118, ridefinendo quegli ambiti di operatività stabiliti per legge, perché contravviene alla Balduzzi, che parla di continuità dell’assistenza h24 e perché contraddice lo stesso Patto della salute, dove si delineano chiaramente percorsi differenti per 118 e per la guardia medica, ancorché integrati. Carta canta, basta leggere tanto la Balduzzi che il Patto per la salute”.

“Il comitato di settore – ha denunciato il segretario Smi – ha debordato dalle sue prerogative: con un atto di indirizzo e poi con una successiva convenzione non si può pretendere di riorganizzare i servizi sul territorio. Veniamo, poi, al convitato di pietra di questa tornata: le risorse che non ci sono. E non possiamo in questa ottica non tener presente la recente sentenza della Corte costituzionale che ha ritenuto illegittimo il blocco dei contratti e quello retributivo, ribadendo che non vi può essere un rinnovo ad isorisorse. Questa impostazione è applicabile, per analogia anche ai medici convenzionati. Ma qui si fa finta di nulla, con una logica punitiva nei confronti della categoria. È anche inaccettabile – ha concluso Onotri – che non si parli di una altra delle ricadute dell’h16, quella su tutti i contratti a tempo determinato: cioè la certa contrazione di migliaia di posti di lavoro. Infine: la Balduzzi stata emanata 4 anni fa ed entro sei mesi, abbondantemente trascorsi, si dovevano rinnovare le convenzioni. È caduto il limite temporale di applicazione, perché non dovrebbe venir meno il vincolo economico?”

 

 

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