Il CNAO di Pavia protagonista di uno studio comparativo internazionale per misurare gli effetti della adroterapia con ioni carbonio rispetto alla radioterapia con fotoni e protoni

Misurare l’efficacia della adroterapia con ioni carbonio rispetto alla radioterapia con fotoni e protoni. E’ l’obiettivo di uno studio scientifico internazionale, coordinato dall’Ospedale di Lione, che vede coinvolto, per l’Italia, il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica di Pavia (CNAO). Si tratta dell’unica struttura in Italia in grado di trattare i tumori con ioni carbonio.

L’adroterapia con ioni carbonio è una tecnica avanzata che consiste nell’utilizzo di fasci di particelle pesanti ricavate dal carbonio per  distruggere i tessuti tumorali. E’ utilizzata per contrastare i tumori non asportabili chirurgicamente, resistenti alla radioterapia tradizionale, ed è disponibile solamente in 11 centri di 4 Paesi nel mondo: Italia, Germania, Giappone e Cina.

La ricerca ha in corso l’arruolamento in Francia di 250 pazienti colpiti da tumori particolarmente aggressivi e resistenti alla radioterapia ai raggi X . Tra questi, ad esempio: i carcinomi adenoido-cistici che colpiscono i tessuti della bocca e le ghiandole salivari; i sarcomi dei tessuti molli; i sarcomi ossei e i condrosarcomi.

Un gruppo di pazienti sarà trattato in Francia con radioterapia con protoni e fotoni. Un secondo gruppo sarà invece trattato con adroterapia con ioni carbonio al CNAO di Pavia.

L’esito principale che i ricercatori si aspettano dallo studio è proprio il miglioramento della sopravvivenza senza progressione della malattia dei pazienti trattati con ioni carbonio. La durata complessiva dello studio, attualmente in fase III, è di 7 anni.

“L’obiettivo – spiega Roberto Orecchia, direttore scientifico del CNAO e ricercatore associato dello studio – è capire quanto l’adroterapia con ioni carbonio, rispetto alla radioterapia con protoni e fotoni, possa garantire una più elevata sopravvivenza senza progressione della malattia, una riduzione degli effetti collaterali e una migliore qualità della vita. Al CNAO – continua – dal 2011 a oggi sono stati trattati con ioni carbonio oltre 1.000 pazienti con ottimi risultati in termini di controllo della malattia e contenimento degli effetti collaterali”.

 

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