Un probabile errore medico nel rovighese. La Procura, infatti, sta indagando su nove specialisti, con l’ipotesi di omicidio colposo, in relazione al decesso di M.C., un’anziana signora originaria di Lendinara. I parenti della donna – che hanno segnalato il caso alle autorità – sono “convinti che vi possano essere state responsabilità da parte dei medici che hanno avuto un cura la paziente”.

M.C. era stata ricoverata in seguito ad una caduta, riportando la frattura del polso e del femore.

I sanitari della struttura ospedaliera avevano consigliato un intervento chirurgico ortopedico, per ridurre le fratture. Pochi giorni dopo la degenza, la donna è stata trasferita in una struttura con finalità riabilitative.
Secondo i parenti, l’anziana avrebbe presentato un costante stato febbrile sia prima che dopo l’operazione.

Le condizioni cliniche di M.C. si sarebbero man mano aggravate, fino all’esito irreversibile. Come riporta l’edizione veneta del Corriere della Sera, “le procedure di garanzia riguarderebbero tutti i medici che, a vario titolo nelle diverse strutture, hanno seguito la signora, nel corso della permanenza a fini di cura”.
Lo scorso lunedì, sono stati indicati i consulenti tecnici delle parti, nell’ottica di contribuire al percorso di chiarimento, a tutela di tutte le persone interessate e per capire se effettivamente le supposizioni dei parenti siano fondate o meno.

Quello riportato non è il primo caso che affrontiamo di un anziano deceduto dopo un’operazione al femore. Per saperne di più, abbiamo sentito il nostro esperto in ortopedia, il dott. Donato Fabbri.


Dott. Fabbri, non è la prima volta che un anziano muore dopo un intervento del genere. Questione di tecnica o di tempistica?

Sulle tecniche, in realtà, non ci sono grandi problemi. Esistono delle tecniche consolidate e la natura della frattura, se composta o scomposta, non cambia granché. Il vero problema di quando si opera gli anziani è la tempistica. È scientificamente dimostrato che se l’anziano viene operato entro 24 ore dall’evento traumatico, la mortalità nella fase pre e post operatoria, entro i due mesi, è del 10 %. Se viene operato dopo 48 ore aumenta del 25% e aumenta in maniera esponenziale al passare delle ore. Molto spesso la mortalità degli anziani operati di frattura al femore è proporzionale, e inversamente, al fatto traumatico e all’atto chirurgico. Quindi a parte la tecnica, che andrebbe comunque vista, il fattore veramente importante è quello della tempistica. L’ Italia sta facendo un grande sforzo per adeguarsi a queste tempistiche. Nei paesi anglosassoni casi come questi vengono sempre operati d’urgenza.

La vittima, pare, presentasse uno stato febbrile. Questo cambia qualcosa?

Il paziente che riporta questo tipo di frattura va sempre operato, anche se c’è un anziano che presenta altre patologie o ha uno stato febbrile in corso. Lasciare un femore fratturato, dislocato, che sanguina, è un’aggravante alle patologie preesistenti.

Ritieni di essere vittima di un errore medico? Chiama Responsabile Civile per una consulenza gratuita al numero 06/69320026 o scrivi alla redazione: redazione@responsabilecivile.it
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