Il personale sanitario, di fronte a una appendicopatia, non avrebbe effettuato una visita approfondita ritardando l’intervento chirurgico

Avrebbero sottovalutato la gravità della patologia non tenendo in considerazione gli esami e la sintomatologia. Più specificamente, di fronte a una appendicopatia, un principio di appendicite, non avrebbero effettuato una visita approfondita o una valutazione coerente dei sintomi.

Pertanto, secondo l’ipotesi accusatoria, non sarebbero giunti a una diagnosi perentoria. La condotta del personale sanitario non avrebbe quindi consentito un trattamento adeguato e avrebbe ritardato l’intervento di appendicectomia, effettuata in urgenza soltanto la mattina seguente.

Vittima dell’episodio un artigiano quarantaduenne di Senigallia, in provincia di Ancona. L’uomo, a ottobre del 2011,  si era recato in Pronto soccorso per forti dolori addominali. Secondo quanto ricostruito dall’accusa sarebbe stato visitato da due medici. I professionisti, tuttavia,  non avrebbero capito la gravità dell’infiammazione all’appendice, dimettendolo con una terapia antibiotica. La mattina successiva, stante il perdurare del malessere, il paziente era tornato in Ospedale ed era finito d’urgenza sotto ai ferri. L’appendicite, infatti, era andata in peritonite.

Ma la vicenda non finisce qui.

Dopo l’intervento l’uomo continuava ad avvertire forti dolori. Trascorsi otto giorni era stato costretto a una nuova operazione, nel corso della quale aveva dovuti subire l’asportazione totale della milza, risultata lesionata. Un danno che, secondo l’accusa, avrebbe origine nel primo intervento subito.

La denuncia presentata dal paziente ha portato all’apertura di un processo per lesioni colpose a carico di quattro medici: due dirigenti del Pronto soccorso e due chirurghi. I sanitari, da parte loro, respingono ogni addebito. A loro avviso la patologia non richiedeva ricovero né intervento urgente. Quanto alla rottura della milza, la tesi dei camici bianchi è che la lesione sarebbe stata causata da una caduta del paziente avvenuta in Ospedale dopo l’operazione. Lo stesso perito incaricato dal Pm, del resto, pur riconoscendo una colpa lieve da parte dei quattro imputati, non sarebbe riuscito a spiegare le modalità della lesione all’organo.

L’uomo, che come riporta la stampa locale avrebbe perso il lavoro per problemi di saluti correlati all’accaduto, si è costituito parte civile nel processo. La prossima udienza si svolgerà il 3 luglio presso il Tribunale di Ancona. In quella circostanza è prevista l’audizione degli imputati e dei consulenti della difesa ma i termini di prescrizione. Per lo stesso giorno è stata fissata anche la discussione.

 

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