Sul tema delle assicurazioni per i medici è in arrivo un decreto omnibus che disciplini temi come la retroattività e il fondo di garanzia.

Durante il convegno “Nuova responsabilità sanitaria, confronto tra il legislatore, le istituzioni, gli operatori”, il promotore della riforma legislativa Federico Gelli parla delle assicurazioni per i medici.
Gelli ha ricordato che lo spirito della legge si fonda sul concetto del diritto di sicurezza della cura, quindi sul diritto alla salute costituzionalmente garantito.
E, con l’introduzione di un Osservatorio nazionale verrà messo a regime un modello fondato sul risk management, in cui è coinvolto il settore della sanità sia pubblico che privato.

Assicurazioni per i medici, Gelli parla del decreto omnibus

Il diritto alla sicurezza della cura deve valere da Nord a Sud“, ha dichiarato Gelli. “E’ uno scandalo che il diritto alla Salute vari da regione a regione. I decreti attuativi della legge sulla nuova responsabilità sanitaria faranno chiarezza sul sistema assicurativo. Tutte le strutture devono dotarsi di copertura. Sull’argomento vi sarà un unico decreto omnibus che dovrà disciplinare temi come la retroattività e il fondo di garanzia“.
Regioni come la Toscana, la Lombardia l’Emilia Romagna hanno dimostrato di saper affrontare il problema del rischio“, ha proseguito Gelli, “per un cittadino che nasce in Calabria le cose finora non sono andate così. Per questo è necessario che le informazioni sulle criticità delle strutture sanitarie confluiscano nell’Osservatorio affinché vengano governati eventi che possono essere dannosi per il paziente“.

Obiezioni alle ricadute della legge nei tribunali

Alcune obiezioni sulle ricadute della legge nei tribunali sono state sollevate dall’avvocato Milena Mosci, esperta di responsabilità sanitaria e consulente del Policlinico Gemelli di Roma.
La legge ha obiettivi ambiziosi sul rischio clinico e la prevenzione dell’errore”, ha dichiarato l’avv. Mosci. “Il problema è che bisognava aspettare che la parte sul rischio clinico entrasse a regime, perché c’è un gap effettivo tra tutto quello che è stato prima e l’applicazione attuale.
Questo non ci aiuta a diminuire la conflittualità. Inoltre la legge non ci trova d’accordo sulla rivalsa ridotta sul professionista pubblico, perché in fondo stiamo parlando dei soldi dei cittadini“.
 
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