Per il sindacato degli anestesisti rianimatori è sempre più necessaria una Riforma del Titolo V della Costituzione che riduca al minimo le autonomie regionali in ambito sanitario

“Il SSN deve cessare di essere una strada frazionata in ventuno corsie diverse tra loro; quelle di altrettanti Sistemi Sanitari Regionali con servizi erogati ai Cittadini in modo ingiustamente disomogeneo”. Lo afferma in una nota l’Aaroi-Emac, commentando la firma dei pre accordi per le autonomie regionali da parte di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

Una situazione che, per il sindacato degli anestesisti rianimatori, rischia di avere ripercussioni gravissime sul SSN. Il pericolo è rappresentato dall’accentuazione dell’anomalia “di un Paese in cui, allo stato attuale, ci sono di fatto 21 Servizi Sanitari Regionali”; tutti differenti dal punto di vista della normativa, delle risorse, delle condizioni di lavoro e della tutela della salute dei cittadini.

L’Aaroi-Emac esprime invece la necessità di una riforma del Titolo V della Costituzione che vada esattamente nel verso contrario; un percorso che riduca al minimo indispensabile le autonomie regionali in ambito sanitario.

E’ un tema di fondamentale importanza per l’Associazione, che deve essere affrontato attraverso una riforma mirata.

“Quanto si legge relativamente alla sanità nei pre accordi per l’autonomia – sottolinea la sigla sindacale – lascia fortemente perplessi”. Infatti andrebbe a sancire una discrezionalità regionale su temi già regolamentati a livello nazionale che riguardano, ad esempio, il personale e i medici in formazione.

L’Aaroi-Emac ribadisce con convinzione di essere a favore di un SSN universale e uniforme affinché il diritto alla salute sia garantito in tutte le Regioni. “Un traguardo che è possibile raggiungere – conclude la nota – attraverso la riforma e prevedendo, tra l’altro, che alle Istituzioni di governo centrale del SSN sia imposto e concesso di dover e di poter intervenire sulle plurisperimentate condotte illecite regionali e aziendali in tema di organizzazione del lavoro e di garanzia non solo dei LEA, ma anche, ed in via preliminare e strutturale, di adeguate dotazioni di personale e, più in generale, di condizioni di lavoro idonee ad assicurare a cittadini ed operatori qualità e sicurezza”.

 

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