La FNOMCeO esorta alla pubblicazione del bando per la formazione in medicina generale nei termini previsti dalla legge. Se le Regioni non sono in grado di rispettarlo “il Ministro nomini un Commissario ad acta”

Il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri Filippo Anelli torna sulla questione del ritardo nella pubblicazione del bando per la formazione in Medicina Generale. Lo fa alla luce dell’ammissione, da parte delle Regioni, che tale ritardo sarebbero dovuti a problemi di natura tecnica, ovvero ad alcuni aspetti poco chiari del Decreto Calabria e del Decreto Semplificazione e al conseguente ‘rischio di contenziosi’. Una spiegazione che, tuttavia, non convince  i medici, sempre più certi del fatto “che si voglia strumentalmente ritardare il bando”.

Il pericolo – sottolinea Anelli – è che lo slittamento del bando renda impossibile iniziare il corso nei termini di Legge e cioè a novembre. Se il ritardo fosse irrecuperabile, bisognerebbe dunque attendere novembre del 2020.

“Se così sarà- afferma il vertice della FNOMCeO – il rischio che i responsabili corrono va ben oltre quello di un contenzioso e consiste nell’avere sulla coscienza: il furto del futuro nei confronti di duemila medici che, non potendo accedere  al corso, dovranno attendere un altro anno per formarsi; la mancata assistenza di tre milioni di cittadini che, quando i loro medici andranno in pensione, non troveranno questi duemila professionisti pronti a sostituirli; l’assassinio del Servizio sanitario nazionale, non in grado di reggere senza medici”.

“Il paradosso – continua Anelli – è che, nell’attesa di capire come meglio applicare una legge appena entrata in vigore, si dimentica di rispettare la normativa esistente da vent’anni anni, la Legge 368/99. E le normative non sono in contrasto: i soprannumerari, che si iscrivono senza borsa, ci sono sempre stati ma mai ciò ha provocato ritardi”.

“Ricordiamo – evidenzia ancora il rappresentante della Federazione dei medici –  che tutti, anche i Governatori, anche il Presidente della Conferenza delle Regioni, sono tenuti a osservare la Legge. Se ciò non è, per qualche ragione, possibile, riteniamo che debbano essere sollevati dalle loro funzioni, che evidentemente non sono in grado di svolgere”.

“Ci appelliamo dunque – conclude –  al Ministro Grillo: ristabilisca l’Ordine, riappropriandosi delle funzioni che, attraverso il suo Ministero, competono allo Stato.Nomini un commissario ad acta, con l’obiettivo specifico di definire i posti spettanti a ciascuna Regione, sulla base delle richieste già pronte da febbraio, e pubblicare, nei termini, il bando”.

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