Non coinvolti nella scrittura del Ddl sul biotestamento, i medici legali hanno deciso di scrivere una lettera al ministro della Salute Beatrice Lorenzin

Non sono soddisfatti delle previsioni contenute nel Ddl sul “Testamento Biologico” approvato ad aprile scorso, e si chiedono come mai gli unici specialisti in grado di coniugare la medicina al diritto non siano stati coinvolti nella stesura del testo.
Così dal Sismel, il Sindacato degli specialisti in medicina legale e delle assicurazioni, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha ricevuto una lettera, firmata dal segretario generale Giovanni Liguori e dal presidente del consiglio dei segretari regionali Alberto Bellocco, in cui vengono sollevati i dubbi sul testo in discussione al Senato sul biotestamento.
“Esiste un evidente contrasto esistente tra la perfetta formulazione dell’art. 1”, si legge nella lettera, “sui contenuti del consenso informato che rappresentano una grande ed ormai imprescindibile conquista di civiltà e gli insensati contenuti di cui all’art. 4, dove viene prevista la possibilità che un soggetto maggiorenne possa nominare un fiduciario non consanguineo, magari un partner del quale solo in quel momento è innamorato ed è in relazione sentimentale, per poi non esserlo più quando gli succederà proprio quell’accidente per il quale lui si era preoccupato di disporre, senza che però abbia provveduto a sostituirlo o ad esautorarlo”.
“E’ possibile”, continua la lettera, “che il testo non abbia previsto che solo il medico legale può garantire la validità dell’informazione e della capacità di percepirne la portata ai fini di un valido consenso informato, fornita ad un soggetto che versi in una determinata situazione patologica? Ma anche a colui che sia in condizioni di benessere psico-fisico?”.
“Come è immaginabile l’assenza della medicina legale, l’unica disciplina in grado di coniugare la medicina al diritto, in un provvedimento in cui si affrontano tematiche quali la possibilità di ottenere o rifiutare le cure? Ma anche per la volontà espressa da un paziente in condizioni di benessere a futura memoria, si può mai demandare all’impiegato comunale la sensibilità e la responsabilità di valutare se il soggetto che sta disponendo per quel momento della vita in cui non sarà più in sé, abbia veramente capito e compreso il senso di quello che sta facendo? E se il soggetto che ivi si reca ad esprimere una volontà così determinante in quel momento si trovasse sotto coercizione psicologica o, peggio, sotto ricatto?”, si domandano gli esponenti del Sismel.
“Chiediamo – hanno concluso – un suo autorevole intervento affinchè il testo venga modificato, dichiarandoci sin d’ora disponibili ad un incontro per un approfondimento, affinchè lei possa valutare se raccogliere queste nostre indicazioni, insieme ad altre già in fase di studio, per un miglioramento di una norma destinata ad incidere in maniera sì efficace su quel momento della nostra vita in cui non saremo più in grado di esprimere la nostra volontà”.
IL TESTO DELLA LETTERA ALLA LORENZIN SUL BIOTESTAMENTO
 
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