La Asl parla di sabotaggio. Le blatte, secondo la direzione sanitaria, sarebbero state introdotte all’interno di un bagno del pronto soccorso

Dopo le formiche all’ospedale San Giovanni Bosco un altro caso scuote la sanità campana. Questa volta a finire al centro delle cronache è il Vecchio Pellegrini, nei cui locali sarebbe stata documentata la presenza di una colonia di blatte. “E’ un fatto grave e inquietante – denuncia su Facebook il consigliere regionale dei Verdi e componente della commissione Sanità, Francesco Emilio Borrelli -. Abbiamo chiesto un’inchiesta interna”.

Il direttore sanitario della struttura, riferisce Borelli, avrebbe allertato i Nas sostenendo che, a suo avviso, si tratta di un sabotaggio. “Se tale tesi fosse verificata- aggiunge il consigliere regionale – saremmo di fronte ad un fatto estremamente inquietante, da chiarire attraverso un’indagine giudiziaria. Significherebbe l’esistenza di un disegno preciso per screditare e mortificare la sanità in Campania”.

“Qualora, invece, si trattasse di un’infestazione dovuta a negligenza – continua Borrelli – saremmo di fronte ad un fatto altrettanto grave”. In tal caso le responsabilità andrebbero punite con la massima severità. “Al di là delle eventuali indagini giudiziarie, abbiamo chiesto l’avvio di un’inchiesta interna e la bonifica dei locali. Sabotaggio o meno, occorre sanificare l’area”.

La struttura commissariale della Asl Napoli 1 Centro, dal suo canto, fa sapere di avere già provveduto a sporgere denuncia alle autorità competenti.

Le blatte sarebbero state introdotte all’interno di un bagno del pronto soccorso. La denuncia, aggiunge la Asl, è stata sporta “affinché le autorità competenti possano individuare e punire i responsabili”.

Per il commissario straordinario dell’Azienda, Ciro Verdoliva, “episodi simili non fanno altro che aumentare la nostra determinazione e non potranno in alcun modo distrarci dall’obiettivo che ci siamo prefissi: restituire dignità all’Asl Napoli 1 Centro e riconquistare la fiducia dei cittadini-pazienti. Avere una Asl che funziona – conclude Verdoliva – significa dare dignità ai pazienti nonostante la sofferenza della malattia”.

 

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