Un bimbo di Ivrea di soli cinque mesi è stato ricoverato a Roma per botulismo infantile. A causarlo, molto probabilmente, il miele.

Si tratterebbe del primo caso di botulismo infantile in Piemonte, quello che ha coinvolto un bimbo di Ivrea di soli cinque mesi.

Il piccolo è ora ricoverato a Roma in terapia intensiva. Tra i principali “sospettati” che potrebbero aver causato il botulismo infantile c’è il miele.

A confermarlo sono i genitori del bimbo, i quali tuttavia precisano che le analisi devono proseguire per accertare le cause della intossicazione da botulismo.

“L’Istituto zooprofilattico – afferma il padre – ha esaminato il contenuto di un vasetto, perché sul ciuccio la nonna ne aveva messo un pizzico, ma più di un mese prima dell’insorgenza dei sintomi”.

La causa, dunque, potrebbe essere la polvere atmosferica, ma al momento non ci sono certezze di nessun tipo.

“Gli accertamenti – proseguono i genitori – saranno conclusi fra due settimane e solo allora si conoscerà la causa”.

Dopo una prima analisi, l’Istituto Zooprofilattico del Piemonte aveva le tracce del botulino proprio nel miele, che però potrebbe essere stato contaminato da agenti esterni.

Il bimbo ha cominciato ad accusare i primi sintomi di botulismo infantile mentre era in vacanza a Roma con i genitori.

Tra i sintomi accusati: stitichezza, diminuzione dei riflessi, fino a difficoltà di controllo dei movimenti della testa e difficoltà respiratorie.

Immediatamente i genitori hanno portato il piccolo in ospedale a Roma, dove sono state analizzate le feci che hanno confermato la presenza del botulino.

La direttrice del’Istituto Zooprofilattico del Piemonte Maria Caramelli avverte sui pericoli che il miele può causare su bimbi di età inferiore a un anno.

“Il botulismo infantile – afferma Caramelli – è una malattia grave, rara, che può essere mortale se non diagnosticata in tempo, e che colpisce i bambini di meno di un anno. I sintomi all’inizio possono disorientare”.

A causarlo, infatti, è il Clostridium botulinum, un microbo che produce una tossina considerata il veleno naturale più potente al mondo.

“Quando gli adulti ingeriscono le spore, che sono frequentemente presenti nel terreno o nella polvere – prosegue Caramelli – non succede niente perché il nostro intestino le metabolizza senza danni. L’ intestino dei bambini invece, prima dello svezzamento, non è ancora in grado di uccidere queste spore: la loro flora intestinale non è capace di inattivarle”.

Pertanto, “le spore così si moltiplicano nell’intestino, possono germinare e diventare batteri attivi che producono la famigerata tossina”.

Si tratta quindi di una forma diversa dal botulismo dell’adulto.

“Il miele – continua Caramelli – è un alimento con preziose proprietà e il suo consumo non va assolutamente considerato controindicato in alcuna categoria di persone se non nei lattanti”.

Una lezione, dunque, per tutti i genitori.

“È importante ricordare ai genitori che l’Organizzazione mondiale della sanità e la Food and Drugs administration raccomandano ufficialmente di non somministrare miele ai bambini. E in Francia l’avvertimento è riportato anche sulle etichette”.

 

 

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