Al via una sperimentazione di fase I per la cura del cancro al cervello che sfrutta la capacità immunitaria dell’organismo, condotta dalla  Fondazione Atena Onlus e all’ISS

In autunno partirà un nuovo studio clinico di fase I per la cura dei tumori cerebrali maligni. La Fondazione Atena Onlus insieme ai ricercatori dell’Istituto superiore di sanità studieranno una risposta al cancro al cervello, sfruttando la capacità immunitaria dell’organismo, iniettando direttamente i globuli bianchi del paziente dentro il tumore senza creare la reazione antigene-anticorpo in vitro. La sperimentazione, per la quale “si sta attendendo l’autorizzazione dell’Aifa, potrebbe partire a settembre con grosse potenzialità”, spiega all’AdnKronos Salute Giulio Maira, neurochirurgo e presidente della Fondazione Atena Onlus.
Il trial dovrebbe coinvolgere 10 pazienti. “E’ una sperimentazione molto cara, per questo come Fondazione ci stiamo impegnando a cercare finanziamenti – afferma il presidente di Atena Onlus – La preparazione delle cellule è complicata, il trattamento dei malati richiede tante sedute, si devono fare almeno 20-30 iniezioni per malato nel corso di 3-4 mesi. L’obiettivo è partire a settembre, è tutto pronto e – conclude – mi auguro che in un anno e mezzo si possa avere più o meno un quadro completo”.
“In pratica – precisa lo specialista – si preleveranno i globuli bianchi del paziente, che verranno attivati con un sistema particolare in grado di renderli altamente efficienti nella loro capacità di sviluppare anticorpi. Poi verranno iniettati nel tumore del malato e incontrando le cellule tumorali svilupperanno degli anticorpi mirati contro queste cellule. Se si dimostreranno efficaci, le uccideranno”. La speranza è di ottenere “buoni risultati, anche perché – osserva Maira – la vita media di un paziente con un tumore cerebrale maligno è di 16 mesi. La ricerca riesce ad allungarla di qualche settimana, ma non dà soluzioni definitive. La nostra aspettativa è che questa terapia aiuti molto”.
“L’immunoterapia si fa già da tempo, ma questa tecnica è completamente nuova e rivoluzionaria e da questo punto di vista è la prima volta”, sottolinea l’esperto che oggi a Roma presenta i progetti della Fondazione nella tavola rotonda ‘Cervello e cinema. Tra magia, illusione e simulazione. Il ruolo dei neuroni specchio’, in Campidoglio. La sperimentazione “si basa infatti su un particolare brevetto dell’Iss: noi iniettiamo le cellule direttamente nel malato – evidenzia Maira – senza bisogno di creare un rapporto antigene-anticorpo al di fuori del corpo del paziente. Questo ci permette di iniettare quante cellule vogliamo, di sviluppare gli anticorpi direttamente sul tumore del malato, evitando così il rischio che nel frattempo il tumore sia mutato e di non riuscire a sviluppare più la capacità terapeutica che vorremmo”.
Lo studio di fase I servirà a valutare la comparsa di eventuali effetti collaterali non desiderati, però la tecnica “è già stata utilizzata per altri tumori: in una serie di tumori che sviluppano risposte immunitarie molto forti – riferisce l’esperto – i pazienti riescono ad avere sopravvivenze anche di 8-9-10 anni contro questi tumori. Insieme ai ricercatori dell’Iss stiamo cercando di simulare quello che abbiamo visto in questi malati. Se siamo bravi a simulare possiamo ottenere sopravvivenze molto lunghe. Poi la capacità di distruggere le cellule dipenderà dalla forza di queste cellule che noi iniettiamo”.
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