La Commissione europea ha presentato una serie di raccomandazioni per favorire l’accesso sicuro alle cartelle cliniche elettroniche dei cittadini in tutti i 28 Paesi dell’Unione

Creare un sistema sicuro che consenta ai cittadini di accedere alle proprie cartelle cliniche elettroniche in tutti gli Stati membri. Questo l’obiettivo di una serie di raccomandazioni presentate dalla Commissione UE. La misura mira a facilitare le cure in caso di incidente o malessere quando ci si trova all’estero. Ma il fine è anche quello di ridurre i costi della sanità e spingere la ricerca medica.

Attualmente, la possibilità di accedere alla documentazione clinica elettronica in tutta l’Ue varia notevolmente da Paese a Paese. Alcuni cittadini possono accedere a parte delle proprie cartelle cliniche elettroniche a livello nazionale o transfrontaliero. Per molti altri, invece, “l’accesso digitale a questi dati è nullo o limitato”.

Da qui l’iniziativa dell’Esecutivo UE per agevolare l’accesso transfrontaliero sicuro, nel rispetto della protezione dei dati.

“Le persone chiedono di poter accedere online ai propri dati sanitari in modo sicuro e completo, ovunque si trovino”. Ad affermarlo è Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione e responsabile per il mercato unico digitale. “I professionisti sanitari – aggiunge – necessitano di cartelle cliniche affidabili per poter prestare cure migliori e in modo più tempestivo. I nostri sistemi sanitari necessitano delle migliori risorse per poter offrire la migliore assistenza personalizzata. Insieme dobbiamo accelerare il passo e sviluppare uno scambio sicuro delle cartelle cliniche elettroniche in tutta l’Ue. Ciò migliorerà la vita dei cittadini e aiuterà gli innovatori a ideare la prossima generazione di soluzioni digitali e cure mediche”.

Le raccomandazioni, in particolare, propongono che gli Stati membri estendano le informazioni on line a tre sezioni della cartella clinica. Nello specifico: analisi di laboratorio, lettere di dimissione ospedaliera e diagnostica per immagini e referti. In tal modo, sottolinea la Commissione,  si migliorerebbe  la tempestività e l’accuratezza delle cure. Si eviterebbe poi il ripetersi di esami come radiografie e Tac, riducendo i costi. Infine, solo in caso di esplicito consenso degli interessati, si fornirebbero nuovi dati alla ricerca sulle malattie neurodegenerative.

I Paesi che aderiscono al registro sanitario online (al momento sono 22 tra cui l’Italia) si coordineranno per stabilire le linee guida pratiche per la sua messa in atto.

 

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