Una delle due operatrici sanitarie in servizio presso l’Ospedale di Chieti avrebbe riportato la frattura di due costole dopo essere stata scaraventata a terra da un uomo che chiedeva di essere ricoverato

Due infermiere del Pronto Soccorso di Chieti sono state vittima nelle scorse ore di un episodio di aggressione da parte di un 51enne con problemi psichiatrici. L’uomo, secondo quanto riportano fonti di stampa locale, già in altre occasioni si era recato in Ospedale chiedendo di essere ricoverato.  Forse un pretesto per poter avere un letto e pasti caldi per alcuni giorni.

Nell’ultima occasione, tuttavia, non ricevendo le attenzioni richieste si sarebbe scagliato contro le due operatrici. Una delle infermiere sarebbe stata strattonata con forza; l’altra, invece, sarebbe stata scaraventata a terra riportando la frattura di due costole.

Solo l’intervento di alcuni pazienti avrebbe posto fine alla violenza. Sul posto sarebbero poi intervenuti gli addetti alla vigilanza e successivamente gli agenti di Polizia. L’uomo, infine, su disposizione di un medico psichiatra, sarebbe stato sottoposto a un TSO e trasportato in ambulanza presso l’Ospedale Civile di Lanciano.

Sulla vicenda è intervenuto il presidente dell’Ordine Infermieri della provincia di Chieti, Giancarlo Cicolini, esprimendo massima solidarietà alle colleghe vittime dell’aggressione e sollecitando interventi di prevenzione.

“Le istituzioni competenti – ha affermato Lanciani – identifichino i fattori di rischio per la sicurezza del personale e pongano in essere le strategie organizzative, strutturali e tecnologiche più opportune”.

Anche il presidente dell’OMCeO di Chieti, Ezio Casale, ha sollecitato la Asl ad attivare in tempi rapidi interventi strutturali per il Pronto soccorso del nosocomio per migliorare le condizioni di sicurezza e lavoro degli operatori e garantire un’accoglienza dignitosa ed efficiente per i pazienti. “Serve un posto fisso di Polizia attivo 24 ore su 24 e un servizio di vigilanza costante all’interno del Pronto soccorso. Va rafforzata la dotazione di personale, specie nei momenti di maggiore afflusso. L’area per il triage va adeguata, dedicando un apposito locale che garantisca il rispetto della privacy delle persone”.

“Già dal novembre 2007 – ricorda Casale – il ministero della Salute ha inviato alle Regioni la Raccomandazione n. 8 che sollecitava interventi di prevenzione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari. Nulla o quasi, però, sembra sia stato fatto in tutti questi anni nella nostra regione, né presso i presidi ospedalieri dei Pronto soccorso né nelle sedi di guardia medica”.

Per il presidente OMCEO, la prevenzione degli episodi di violenza richiede che l’organizzazione sanitaria identifichi i fattori di rischio per la sicurezza del personale. Occorre, altresì, che “diffonda una politica di tolleranza zero verso atti di violenza, incoraggi il personale a segnalare prontamente gli episodi subiti e a suggerire misure per ridurre o eliminare i rischi e faciliti il coordinamento con le Forze dell’ordine o altri soggetti che possano fornire un valido supporto”.

 

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