Ribaltato l’orientamento secondo cui la disciplina dell’indennizzo diretto era applicabile solamente ai casi di collisione tra due autovetture

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3146/2017 ha invertito un orientamento giurisprudenziale consolidato in tema di responsabilità civile automobilistica. Gli Ermellini, nello specifico, hanno ribaltato la tesi secondo cui la disciplina del cosiddetto ‘indennizzo diretto’ si applicherebbe solamente ai casi di collisione fra due veicoli. Un principio che escludeva da tale procedura tutti gli incidenti in cui fossero coinvolte tre o più automobili.

Con la sentenza in esame, invece, i Giudici del Palazzaccio hanno stabilito che il risarcimento diretto è applicabile anche a sinistri più complessi. Il tutto, purché il conducente dell’ulteriore veicolo non abbia alcuna responsabilità nella produzione dell’evento, unica condizione richiesta per l’applicazione del D.p.r. 254/2006.

La Cassazione fa riferimento in particolare a quanto scritto nell’art. 1, comma 1, lettera D del regolamento attuativo del decreto.

La norma prevede, infatti, che ai fini dell’indennizzo diretto il sinistro non debba prevedere “il coinvolgimento di altri veicoli responsabili”. Dal testo dunque si evincerebbe che la disciplina si può applicare anche in caso di scontro tra più di due veicoli. L’importante è che le vetture in eccesso non abbiano alcuna responsabilità nell’evento.

La ratio del cambio di rotta sarebbe da ricercare nella necessità di abbreviare i tempi e semplificare le procedure necessarie per il risarcimento del danno subito. Per i Giudici del Palazzaccio, inoltre, la nuova interpretazione non comporterebbe ostacoli di carattere pratico o procedurale. Le assicurazioni, infatti, sarebbero ben strutturate per operare anche in caso di incidente “ove sussista la corresponsabilità del danneggiato istante, indipendentemente dall’esistenza di altri danneggiati”. Molto bene scrive sul tema in un suo articolo “Indennizzo diretto con più di due veicoli: per la Cassazione si può” , l’avv. Francesco Carraro, vice presidente dell’Accademia della Medicina Legale.

 

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