Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, nella nuova stagione le complicanze da influenza potrebbero uccidere di più per il calo delle vaccinazioni

Nell’ultima stagione, le complicanze da influenza hanno ucciso oltre 18 mila persone. A riferirlo è Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, che si dice molto preoccupato che il trend negativo si confermi anche quest’anno.
“Se le coperture vaccinali non cresceranno”, afferma Ricciardi, le morti potrebbero aumentare esponenzialmente.
Così ha dichiarato l’esperto nel corso della presentazione della ricerca Censis sulle conoscenze, gli atteggiamenti e i comportamenti degli italiani over 50 sull’influenza e la propensione alla vaccinazione antinfluenzale, presentata questa mattina a Roma.
“Si tratta di stime – precisa Ricciardi – e non abbiamo, ovviamente, 18 mila certificati di morte ‘per influenza’. Ma sono stime estremamente ponderate, affidabili. Partiamo dal fatto che ogni anno, sistematicamente, abbiamo una stima di 8 mila morti l’anno per complicanza da influenza”.
E non è tutto, perché Ricciardi ha parlato anche di “eventi sentinella” registrati nelle città italiane nella scorsa stagione, precisamente tra il novembre del 2016 e febbraio del 2017, che hanno “indicato che i dati erano estremamente superiori alla media, in modo abnorme. Un fenomeno che abbiamo analizzato e studiato per capire a cosa fosse dovuto”.
“Abbiamo quindi potuto appurare che l’eccesso di mortalità tra gli anziani che si è registrato in tutto lo scorso anno – prosegue Ricciardi – è stato causato da due fattori. Il primo è il caldo. Il 2016 sia stato l’anno più caldo della storia, con temperature elevate costanti, non limitate alle ondate di calore. E questo ha debilitato gli anziani”.

Quando si parla invece di complicanze da influenza, il problema più grave e più serio è, invece, “la copertura vaccinale. In certe aree del Paese non andiamo oltre il 30% della vaccinazione antinfluenzale”.

Per stimare l’aumento eccessivo di mortalità dovuto alle complicanze da influenza, i ricercatori si sono basati sui dati di alcune città campione.
Secondo Ricciardi, “i numeri indicano che lo scorso anno c’è stato il 15% in più di ultrasessantacinquenni morti rispetto a quelli attesi. Cioè circa tremila decessi imprevisti nelle 9 città prese come campione per studiare i numeri in tempo reale (Roma, Torino, Genova, Trieste, Firenze, Napoli, Bari, Cagliari, Catanzaro). Nei centri esaminati vivono circa il 15% degli italiani. Possiamo stimare quindi, sulla popolazione generale le morti in eccesso tra 15 e 20 mila. Anche se bisogna avere qualche precauzione a fare la proiezione perché nei centri urbani il rischio mortalità è diverso da quello di aree rurali”.
 
 
 
 
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