Aperta un’inchiesta per fare luce su quanto accaduto a un uomo di 29 anni che aveva deciso di sottoporsi a un intervento di bypass gastrico in una clinica dell’hinterland partenopeo

Aveva deciso di sottoporsi a un intervento di bypass gastrico. Ma l’operazione, per un giovane 29enne del napoletano, ha rappresentato l’inizio di un calvario che lo ha condotto, nel giro di due settimane, al decesso.
La vicenda, raccontata sulle pagine del Mattino, ha inizio il 28 marzo scorso quando l’uomo, sposato e con un figlio di pochi mesi, si ricovera presso una clinica di Ottaviano, nell’hinterland partenopeo. Dopo l’intervento, tuttavia, sorgono delle complicanze. Il ragazzo accusa febbre alta e difficoltà respiratorie. Nella denuncia presentata al Commissariato, il padre riferisce di aver appreso dagli stessi camici bianchi che il figlio aveva subito una perforazione dell’intestino.
I medici optano quindi per una seconda operazione, ma le condizioni del paziente non migliorano. Sempre secondo quanto raccontato dal padre e riportato dal Mattino, sarebbe stata “attrezzata una rianimazione nella camera della degenza”, essendo la clinica sprovvista di tale reparto.

Dopo due giorni, il 29enne viene trasferito al secondo Policlinico di Napoli, dove però giunge in condizioni già disperate.

In base alle parole del padre il giovane avrebbe avuto “un polmone non più funzionante e l’altro intaccato da una broncopolmonite”, oltre a “una setticemia in corso estesa a tutti gli organi interni”.
I chirurghi del nosocomio federiciano lo sottopongono a un nuovo intervento forse, secondo quanto si apprende da alcune indiscrezioni, per bloccare una emorragia interna determinata da un’arteria lesionata nella parte retrostante allo stomaco. Ma lo scorso 11 aprile sopraggiunge il decesso.
La Procura di Napoli ha aperto un’inchiesta sul caso requisendo la cartella clinica del Policlinico nonché disponendo  il sequestro della salma per lo svolgimento dell’autopsia. L’esame necroscopico dovrà fornire risposte circa le effettive cause della morte.
Il fascicolo è stato poi trasmesso alla Procura di Nola per competenza territoriale. Anche in questo caso, il Pm ha disposto il sequestro della documentazione clinica del paziente presso la clinica di Ottaviano. La dirigenza della struttura avrebbe fatto sapere di collaborato dal primo moneto con gli inquirenti per fare assoluta chiarezza sull’accaduto.
 
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