Al via domani con 300 delegati il 24° Congresso Nazionale dell’Associazione dei medici e dirigenti del SSN. Previsto il rinnovo dei gruppi dirigenziali

Il ridimensionamento dell’intervento pubblico e del ruolo dei camici bianchi è uno dei temi che Medici e dirigenti dell’Anaao Assomed porteranno all’attenzione del 24° Congresso Nazionale. L’appuntamento si apre domani, 27 giugno, a Roma alla presenza di circa 300 delegati. Una quattro giorni che si concluderà sabato 30 con il rinnovo dei gruppi dirigenti nazionali.

Al centro del dibattito, dunque, il peggioramento delle condizioni di lavoro dei camici bianchi con la conseguente fuga agli ospedali e il sempre più difficile e ineguale accesso ai servizi da parte dei cittadini.

“Il diritto alla salute, riconosciuto come fondamentale dalla Costituzione, uno e indivisibile – si legge in una nota dell’Associazione – viene già declinato in 21 modi diversi”. Le Regioni del mezzogiorno “presentano risultati di salute più vicini all’Europa orientale che al Nord dell’Italia”. Il tutto “mentre continua l’attesa, dopo 9 anni di blocco, per un CCNL che segni un ristoro economico ed un miglioramento delle condizioni di lavoro”.

La fuga dagli ospedali, che aggrava la carenza di specialisti, per l’Anaao sarebbe figlia del flop della formazione medica post laurea.

Inoltre, “è il prodotto anche di una mortificazione del ruolo professionale in aziende votate al solo controllo dei costi”. Un contesto in cui “la compressione del tempo di relazione con il paziente sull’altare della produzione e della burocrazia” starebbe inquinando il rapporto medico-cittadino. Lo dimostrerebbero gli episodi di aggressività verbale e fisica nei confronti dei camici bianchi, crescenti nel numero e nella gravità.

Il Congresso rappresenterà l’occasione per proporre soluzioni agli aspetti più critici della professione e del mondo del lavoro. Un contesto caratterizzato – secondo l’Anaao –  da un burnout sempre più invalidante, dall’invadenza della politica e delle logiche economicistiche, dalla carenza di specialisti. Completano il quadro l’invecchiamento progressivo dei medici e il proliferare di fondi sostitutivi sostenuti dalla fiscalità generale.

“Ci aspettiamo – prosegue la nota – che la agenda del nuovo Ministro metta al primo posto la salvaguardia di un sistema sanitario pubblico e nazionale, equo, sicuro ed universalistico, arrestando la crescita delle diseguaglianze per restituire unitarietà ad una sanità a pezzi ed alla esigibilità di un diritto alla salute oggi declinato secondo il CAP di ciascun cittadino”.

Per medici e dirigenti sanitari “è ora che il Governo dica se e come intende aumentare il finanziamento della sanità pubblica”. Questa non rappresenta “un pozzo senza fondo, ma un bene comune, un patrimonio professionale e sociale di cui andare orgogliosi”.

 

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