I delegati dei 106 ordini territoriali, riuniti a Roma per il Consiglio nazionale, hanno chiesto provvedimenti per ridurre le iniquità del Servizio sanitario nazionale

Salvaguardare il nostro Servizio sanitario nazionale, potenziando il ruolo e la funzione delle figure professionali in ambito sanitario, a partire da quella medica. E’ l’appello lanciato dal Consiglio Nazionale della Fnomceo, composto dai presidenti dei 106 Ordini territoriali, a tutte le forze politiche, culturali e sociali del Paese.
“Un rapporto continuativo con il proprio medico –specialista o di medicina generale – ha l’effetto di migliorare la salute dei cittadini e di ridurre la mortalità”. Lo ha affermato il presidente della Federazione Filippo Anelli.

I medici italiani chiedono che il Governo metta in atto provvedimenti che riducano le disuguaglianze tra centro e periferie, tra Nord e Sud. A tal fine ritengono necessario innanzitutto rivedere i criteri di distribuzione del fondo sanitario nazionale e le modalità di finanziamento dei servizi sanitari regionali. L’obiettivo, rimarca Anelli, è quello “di ridurre quelle iniquità che rendono ‘diversi’ i cittadini in relazione al loro diritto alla salute”.

Nel corso dei lavori, il Consiglio ha approvato i regolamenti del personale e di contabilità, nonché quello relativo alla partecipazione dei presidenti alle attività istituzionali. Via libera anche al conto consuntivo 2017 e all’assestamento del bilancio di previsione 2018.

Il Presidente Anelli, inoltre, ha illustrato il percorso “Verso gli Stati generali della professione medica”, convocati nel 2019.

Un’iniziativa mirata a proporre soluzioni utili a ricostruire le condizioni essenziali per l’esercizio della pratica professionale, secondo i dettami della deontologia.“La professione medica vuole tornare ad essere protagonista nella nostra società – ha evidenziato Anelli -. Vogliamo continuare a contribuire a far crescere culturalmente, eticamente e socialmente il nostro Paese”.

Fra i temi caldi, il Consiglio nazionale ha affrontato anche quello delle vaccinazioni, da considerare un presidio fondamentale per tutelare la salute dei cittadini: “La scienza e le sue evidenze hanno rappresentato e rappresentano il fattore più importante per il progresso della nostra società – ha sottolineato Anelli -. Affidarsi alle evidenze scientifiche significa assicurare ai nostri figli un futuro migliore. La politica tenga conto delle indicazioni scientifiche proposte dai professionisti del sapere e non si lasci sedurre solo dalle lusinghe del fatuo consenso”.

Infine, in merito al Servizio di emergenza-urgenza, i medici hanno ribadito un forte ‘no’ alla demedicalizzazione e al task shifting. Si tratta del trasferimento di competenze dai medici agli infermieri o ad altre figure professionali.
“Un no che non si pone in contrasto con le altre professioni, delle quali apprezziamo la continua professionalizzazione – ha specificato il Segretario Generale, Roberto Monaco – ma a salvaguardia della salute dei cittadini. La letteratura mostra infatti un aumento della mortalità quando ad assistere i cosiddetti ‘pazienti critici’ non interviene subito un medico”.

 

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