Oggi voglio rivolgermi ai medici legali e ai ginecologi forensi che ci leggono. Ho ricevuto da uno dei miei cari amici e consulenti la relazione che si allega su un caso di incontinenza fecale dopo due parti vaginali caratterizzati entrambi da due episiotomie.

Dopo una attenta lettura mi sono posto alcuni quesiti che ho rivolto alla paziente e al consulente ginecologo forense.

Uno ve lo dico ed è quello rivolto alla paziente, alla quale ho chiesto l’invio di documentazione che copra il periodo dopo il secondo parto fino a circa un anno e mezzo dopo quando veniva riscontrata alla stessa l’incontinenza fecale post partum. Evidentemente la mia domanda necessitava, affinché si possa ritenere soddisfatto più facilmente il criterio cronologico e di continuità fenomenica del nesso di causalità materiale.

Gli altri quesiti fatti al ginecologo forense li lascio immaginare e fare (in calce all’articolo) anche a voi lettori tecnici della materia per una sorta di contraddittorio che servirà non solo ad arricchire noi stessi, ma servirà anche ai più giovani ad apprendere il lavoro che deve fare il medico legale che lavora in team con lo specialista quando si tratta di responsabilità professionale medica.

La disamina della documentazione mette in evidenza, come spesso avviene, l’incompletezza della cartella clinica che non permette di ben ricostruire i fatti ex post. Tale ricostruzione va sostituita da deduzioni scientifiche razionali che possano ricostruire e legare il nesso di causalità tra l’eventuale inadempimento e il danno conseguenza lamentato dalla paziente.

Inoltre mi piace evidenziare la validità dell’epicrisi del collega ginecologo che è da un lato scorrevole per la maggior parte degli aspetti critici della faccenda (criticità potenzialmente colpose), dall’altro evidenzia come anche un eccellente esperto ginecologo non abbia la cultura medico legale che lo fa penetrare adeguatamente (nei casi complessi) nei vulnus del percorso assistenziale medico.

Il format di questo articolo ha come obiettivo rendere il quotidiano “Responsabile Civile” interattivo con i tecnici del settore (avvocati e medici) e ha l’obiettivo di far ragionare i neo specialisti senza ancora una matura coscienza degli argomenti quali “onere della prova”, “consenso informato” e “ragionamento controfattuale”.

Infine, come ben si evince dalla relazione specialistica, le criticità della gestione medica della paziente sono due:

  • Verosimile lesione iatrogena sfinteriale anale episiotomica;
  • Inadeguata informativa alla paziente.

I miei quesiti al ginecologo sono stati svariati, quindi spero in una partecipazione massiva dei medici legali e dei ginecologi forensi affinché sia una discussione movimentata e utile anche ai pazienti-lettori.

Dr. Carmelo Galipò

(Pres. Accademia della Medicina Legale)

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Perizia Tecnica Ostetrico-Ginecologica

Assistenza Medico Legale
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