I dati diffusi in occasione dell’Alcohol Prevention Day 2019. Sono in totale 17.000 ogni anno i decessi legati al consumo di alcol nel nostro Paese

Non diminuiscono in Italia bevitori a rischio: sono circa 8,6 milioni tra i quali oltre 2,7 milioni di anziani e 700.000 minori. Questi i nuovi dati sul consumo di alcol diffusi dall’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità in occasione dell’Alcohol Prevention Day 2019. Diminuiscono invece gli astemi e crescono complessivamente i consumatori (poco oltre il 65 %), specie occasionali (45 % circa) e fuori pasto (30 % circa). Non diminuiscono i consumi medi pro-capite (7,5 litri anno che diventano 12 litri se riferiti esclusivamente a chi dichiara di consumare).
Non si arresta la tendenza al bere sino ad ubriacarsi con circa 4 milioni di binge drinkers e 39.000 accessi registrati in Pronto Soccorso per intossicazione etilica. Diminuiti dallo scorso anno gli alcoldipendenti in carico ai servizi, circa 68.000, meno degli attesi, il 27 % sono nuovi utenti.

Invariati da anni i 17.000 decessi annuali totalmente e parzialmente legati all’alcol con mortalità da alcol in aumento nel 2016 per cirrosi epatica (5209 decessi).

“Il consumo rischioso e dannoso di alcol – osserva Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol e del centro OMS dell’ISS – continua a connotarsi in Italia per un impatto sanitario e sociale sempre più preoccupante per milioni d’individui di tutte le fasce di età e si manifesta attraverso un ricorso ai servizi e alle prestazioni sanitarie che in termini di costo rappresentano solo una parte dei 25 miliardi di euro l’anno stimati dall’OMS che in Italia la società paga anche a fronte di problematiche sociali sottostimate, legate all’assenteismo, alla perdita di lavoro e produttività, agli atti di violenza, ai maltrattamenti che sfuggono alla stigmatizzazione sociale per la scarsa consapevolezza dei rischi per la salute a fronte di una rilevante serie di conseguenze a breve, medio e a lungo termine”.
I giovani, insieme agli anziani e alle donne, rappresentano un target di popolazione solo parzialmente tutelata pur estremamente vulnerabile al consumo di alcol. Questo risulta per minori, adolescenti e giovani adulti la prima causa di mortalità, morbilità e disabilità per incidentalità stradale oltre che per tumori, cirrosi epatica e malattie cardiovascolari per il resto della popolazione.
Emergono ancora insufficienti in Italia le risposte di salute pubblica, come monitorato dall’OMS nella valutazione d’implementazione delle policy, permanendo forti carenze di formazione dei medici sull’identificazione precoce (IPIB) e resta ancora elevata (oltre il 90 %) la quota di consumatori richiedenti un intervento per il consumo dannoso da alcol, non intercettati con conseguente diminuzione osservata degli alcoldipendenti che giungono in carico dai servizi del SSN.
Infine, trattandosi di una sostanza tra le più caloriche assunte attraverso l’alimentazione (7 kcal/g, circa 90 kcal in 1 UA), una corretta informazione, quale quella dell’apposizione in etichetta delle bevande alcoliche delle kcal/g di alcol contenuti in una Unità Alcolica, gioverebbe non poco alla lotta all’obesità oltre che al contrasto alla continua crescita dei consumi a rischio.
 
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