In una intervista rilasciata a Quotidiano Sanità, il Presidente Aaroi Emac Alessandro Vergallo lancia l’allarme sull’aumento dei sinistri in ambito sanitario post Legge Gelli-Bianco.

Dopo un periodo durante il quale si era registrato un trend sostanzialmente positivo per quel che concerne i contenziosi sanitari, i dati relativi registrati dall’Osservatorio Permanente Aaroi-Emac fotografano una situazione molto più preoccupante.

Nel corso di una intervista rilasciata a Quotidiano Sanità, il Presidente Aaroi Emac Alessandro Vergallo ha riflettuto sul vertiginoso incremento dei contenziosi sanitari dall’applicazione della Legge Gelli-Bianco.

Dato emerso dall’ultimo studio realizzato dall’Osservatorio permanente Aaroi Emac sul contenzioso sanitario, in collaborazione con il Broker assicurativo Aon e presentati al Meeting di SAQURE 2018 (Safety Quality Reliability), che si è tenuto a Roma dal 24 al 26 maggio.

L’Osservatorio negli anni si è dimostrato uno strumento efficacissimo per monitorare l’andamento dei contenziosi sanitari.

“Grazie al nostro osservatorio – ha ammesso Vergallo – prendiamo in esame le situazioni relative ai sinistri che possono coinvolgere gli oltre 10mila medici rappresentati dall’Associazione”.

Questo consente ad Aaroi-Emac di ottenere dati di prima mano, di cui nemmeno il SSN è in possesso. Dati che permettono anche di valutare gli effetti della Legge Gelli-Bianco n. 24/2017.

In particolare nel 2017 i sinistri aperti, sono passati da 384 del 2016 a 603 nel 2017, con circa il 60% di incremento.

Secondo Vergallo, tale incremento “appare soprattutto imputabile alle comunicazioni di avvio delle trattative stragiudiziali, in diretta conseguenza delle quali le strutture sanitarie, una volta chiamate in causa nel contenzioso avviato dai pazienti che si ritengono danneggiati, coinvolgono i singoli medici dipendenti nell’iter che ne conseguirà, eventualmente anche in sede giudiziale sia presso i tribunali ordinari sia presso la Corte dei Conti”.

Ma non è tutto. Vergallo sostiene come fino al 1 aprile 2017si era invece registrato un progressivo calo del numero complessivo dei sinistri, confermando anche nel primo trimestre 2017 una riduzione del contenzioso.

Dati positivi, che lasciavano ben sperare, con un calo dei contenziosi dal 6,5% al 3,5%.

Dunque, fa notare Vargallo, “l’applicazione della Legge Gelli-Bianco da parte delle amministrazioni ospedaliere, ha evidenziato un risultato esattamente contrario agli obiettivi dichiarati dalla norma”.

In buon sostanza, da quando la Legge Gelli è entrata in vigore, “i sinistri aperti dagli Iscritti all’Associazione e più in generale i sinistri riguardanti in primis, i medici specializzati in anestesia e rianimazione e in misura comunque rilevante, quelli operanti nei pronto soccorso e nell’emergenza 118, sono aumentati vorticosamente, sia in sede penale, sia in sede civile”.

Ma qual è, secondo Aaroi-Emac, la causa di questo preoccupante aumento dei contenziosi sanitari?

Per Vergallo, questo “è dipeso da un’applicazione aziendale pedissequa e acritica dell’art. 13 della Legge Gelli Bianco rubricato: ‘Obbligo di comunicazione all’esercente la professione sanitaria del giudizio basato sulla sua responsabilità’. Significa che per legge è esteso anche alle trattative stragiudiziali, intraprese dalle strutture sanitarie, a seguito della loro chiamata in causa per malpractice, da parte dei pazienti o dei loro congiunti”.

Il vero cambiamento, secondo Vergallo, dall’entrata in vigore della Legge è che i tempi ristretti per l’invio di queste comunicazioni,  hanno indotto le amministrazioni ospedaliere ad adottare un’applicazione indiscriminata di questa norma. Il tutto unito “alla sanzione prevista per le strutture sanitarie in caso di omissione tardiva o incompletezza della comunicazione.

Un fatto che speso coinvolge decine di medici per ogni sinistro. E, a volte, addirittura intere equipe. Situazioni che hanno conseguenze serie per un ospedale.

“Da aprile 2017 – prosegue Vergallo – siamo sommersi da parte delle Aziende di richieste di relazioni scritte su specifici casi clinici”. E il tutto “senza che i professionisti possano sapere esattamente a che cosa andranno incontro dopo averle firmate. In questa prospettiva gli esiti che la Legge Gelli-Bianco avrà sono ancora tutti da analizzare”.

Una situazione, quella fotografata dall’osservatorio Aaroi Emac, che porta l’Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani a voler comunque implementare la già assidua attività di monitoraggio.

L’obiettivo, infatti, è proprio quello di tenere d’occhio gli effetti sulla sanità italiana della Legge Gelli-Bianco.

E continuare a promuovere delle iniziative volte all’attività di prevenzione del rischio clinico e degli eventi avversi.

 

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