Possibili novità in vista per i circa 12.000 medici ospedalieri a tutt’oggi contrattualizzati con rapporti di lavoro atipici. Le soluzioni concrete potrebbero nascere dal combinato disposto dell’applicazione della direttiva sugli orari di lavoro e dell’obbligo di garantire i livelli essenziali di assistenza.

Bisogna ricordare che la Finanziaria 2016 ha riservato ai medici con contratto atipico (cococo, cocopro, partita Iva, somministrazione, convenzione con coop di servizio) metà dei posti da bandire per far fronte ai vuoti in corsia creati dall’applicazione della direttiva orari di lavoro ed evidenziati dalle ricognizioni effettuate dalle Regioni.

In aggiunta, il decreto “salva precari” del 2015 ha imposto agli ospedali di bandire entro il 2016 concorsi straordinari, destinando almeno il 50% dei posti ai precari a tempo determinato.

In un’intervista rilasciata a Doctor33, la sindacalista Eleonora Albanese, dell’Esecutivo nazionale dell’ Anaao Assomed, ha spiegato che il ricorso ai contratti atipici “è diffuso innanzi tutto in regioni in piano di rientro dove, fino al parziale sblocco partito con il 2015, il turn over è stato limitato al 10-15% del personale che si pensionava, e nei reparti ospedalieri attivi H24 come pronti soccorso e neonatologia, con proporzioni che ad esempio al Policlinico Umberto I arrivano a sei cococo ogni due strutturati”.

In virtù delle nuove disposizioni, “Regioni come Lazio, Umbria, Toscana – è ancora Albanese a parlare – si stanno adeguando progressivamente e non senza difficoltà alle richieste della Finanziaria -spiega Albanese – e stanno procedendo ad una ricognizione del personale precario da stabilizzare. Il Lazio ha chiesto ai direttori generali delle aziende sanitarie i dati relativi al numero degli stabilizzandi entro il 30 Giugno, per procedere a un piano assunzioni triennale, di qui al 2018. Avremo pertanto finalmente un censimento a livello regionale dei contratti atipici, e un avvio di stabilizzazioni spalmato su tre anni”.

Dalle novità sembrerebbe per il momento restare escluso il personale della ricerca: 3000 unità che, “secondo le linee guida annunciate dal Ministro Beatrice Lorenzin, verrebbero assunte con un contratto speciale a tempo determinato e poi suddivise tra Servizio sanitario e ricerca alla fine di un percorso di 15 anni”, conclude la sindacalista.

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