Previsto domani, 16 dicembre, il blocco di 4 ore all’inizio di ogni turno lavorativo. A rischio 20mila interventi chirurgici

Sarebbero 20mila gli interventi chirurgici che si stima possano saltare domani a causa dello sciopero degli Anestesisti Rianimatori e i Medici dell’Emergenza e dell’Area Critica. L’Aaroi Emac, infatti, è l’unica sigla aderente all’Intersindacale medica che, dopo l’approvazione lampo della Legge di Bilancio da parte del Senato a seguito delle dimissioni dell’Esecutivo Renzi,  ha deciso di non revocare lo sciopero indetto per domani 16 dicembre. I camici bianchi quindi incroceranno le braccia nelle prime quattro ore di ogni turno di servizio con l’obiettivo di dimostrare che in loro assenza rimangono bloccate tutte le funzioni vitali degli Ospedali, in sala operatoria, nei punti nascita, e non solo.

Si tratta di una decisione maturata e sofferta, precisa il sindacato, presa – nelle attuali condizioni di grave disagio politico e istituzionale in cui versa il nostro Paese – tutt’altro che a cuor leggero, dopo mesi di richieste insoddisfatte e di false promesse sul rinnovo contrattuale, sulle assunzioni in sanità, su soluzioni per risolvere il precariato e il caporalato. Un modo per dire basta alle scelte governative “che continuano ad imporre ‘lacrime e sangue’ a tutto il personale del SSN e ai cittadini per tappare le falle create dalle politiche scriteriate dei tagli”.

La modalità di protesta adottata, a differenza di un’astensione dal lavoro di un’intera giornata, consentirà di salvaguardare, nelle fasce orarie non ricomprese nello sciopero, oltre che tutte le attività assistenziali previste dalle vigenti normative a garanzia dei servizi sanitari minimi ed essenziali, anche tutte quelle, di minor urgenza clinica ma non di minor importanza sociale, dedicate ai pazienti fragili (oncologici, anziani, bambini, etc.). Una scelta adottata unicamente per senso di responsabilità verso i cittadini, quello stesso senso di responsabilità che invece non pare appartenere ad una certa politica, nonostante proprio in questi giorni se ne faccia bandiera.

“Ci preme manifestare a tutti i cittadini il nostro dispiacere per quei disagi che il nostro sciopero comunque arrecherà – sottolinea l’AAROI-EMAC -, ma siamo costretti a dare questo segnale anche per reclamare il loro diritto alla qualità e alla sicurezza delle cure. A nulla sono valse altre forme di protesta, attuate con l’invio di documenti, analisi, proposte, richieste di incontri per affrontare seriamente i problemi che stritolano gli ospedali italiani. Il ricorso allo sciopero è l’ennesimo tentativo di richiamare l’attenzione su una sanità italiana gravemente ammalata, a nome di chi ci lavora quotidianamente, ma anche e soprattutto di chi deve essere curato”.

Oltre alle motivazioni di ordine generale, l’Associazione ricorda alcune specifiche rivendicazioni contro le situazioni lavorative che si ripercuotono, in termini di rischi, soprattutto sui pazienti, oltre che sui i medici ‘di prima linea’: la graduale (e illegale) sostituzione della guardia anestesiologica h24 con un anestesista “reperibile” da casa, il ricorso (anche questo illegale) sempre più diffuso al caporalato delle cooperative, lo sfruttamento dei medici precari e degli specializzandi, attività multiple sempre più spesso addossate ad un unico medico, costretto al rischio di trascurare un paziente grave per poter garantire le cure ad uno più grave.

“Per i decisori politici delle sorti del SSN – si legge in una nota – ogni trucco è buono per nascondere i problemi sotto eterne promesse di volerli risolvere, che ad ogni ripresa di confronto istituzionale si rivelano ogni volta più rassicuranti e più false. Non ci stiamo a continuare a far da capri espiatori per situazioni di malessere e di rischio conseguenti a scelte di politica sanitaria scriteriate, di cui i Medici, insieme ai Cittadini, sono soltanto vittime”.

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