La bozza di nuova convenzione per i medici di medicina generale, la cui discussione è appena iniziata, prevede oneri zero per il Ssn e allo stesso tempo “maggiore consistenza da attribuire alla parte variabile del compenso” per i medici.

Nel testo attualmente conoscibile, diffuso anche dai media, la struttura della busta resta invariata rispetto a quella di 16 anni fa; onorario nazionale – che oggi copre anche l’adesione a progetti obbligatori di medicina d’iniziativa – più una quota variabile da euro 3,08/assistito/anno per l’adesione a programmi di governo clinico, cui si aggiunge una quota speculare assegnata attraverso accordi con le regioni.

C’è poi una quota per servizi concordata a livello regionale a copertura delle visite in assistenza domiciliare programmata ed integrata e le prestazioni di particolare impegno, cui si aggiunge una quota del fondo per l’aggregazione funzionale territoriale definita a livello nazionale. Infine, va considerata una quota per ulteriori attività concordate a livello regionale.

Come detto, non sono previste spese aggiuntive a carico del Ssn, ma ciononostante per i singoli medici potrebbe cambiare qualcosa. Alla quota capitaria per assistito del precedente accordo – 40,05 euro/assistito/anno – va aggiunta una maggiorazione della quota addizionale per l’assistenza agli anziani sopra i 75 anni, che passa da euro 20,29 a euro 31,09/assistito/anno, mentre resta l’addizionale di euro 18,95 l’anno per ogni assistito sotto i 14 anni.

Le risorse usate per compensare i medici che abbiano un collaboratore o un infermiere in studio o aderiscano a medicine di rete o gruppo, andranno a confluire in un fondo per le aggregazioni (Aft); sarà però prioritariamente salvaguardato il trattamento dei medici che già percepiscono le indennità, con la condizione che “mantengano gli standard strutturali strumentali ed organizzativi già realizzati”.

Ancora, la bozza in discussione prevede che a chi abbia più di 1575 assistiti (incluse le ricongiunzioni familiari) sia sospesa l’attribuzione di nuove scelte, con l’eccezione degli extracomunitari con permesso e non residenti che, insieme, possono assommare massimo ad altre 225 scelte temporanee. Infine, se un componente va in pensione la sua indennità andrà a confluire nel fondo Aft e non verrà ereditata da chi gli subentra.

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