Secondo i periti del Pm alla base della tragedia vi sarebbe una sofferenza determinata dal cordone ombelicale troppo corto

A causare la morte del feto sarebbe stata una sofferenza acuta di natura ipossico ischemica determinata dal cordone ombelicale troppo corto. Quattro medici di una Casa di cura di Palermo sono stati dunque scagionati dalle accuse per il decesso di un neonato a marzo del 2014.

I camici bianchi erano finiti nel mirino della Procura del capoluogo siciliano dopo la presentazione di un esposto da parte dei genitori della piccola vittima.

Una perizia depositata dai consulenti del Pm, come riporta Il Giornale di Sicilia, evidenziava che poche ore prima del parto era comparsa una tachicardia fetale, segno di una iniziale sofferenza del feto. Tale circostanza, unitamente al ritardo di crescita di due settimane del piccolo, induceva i consulenti a ritenere “che i monitoraggi e la modalità di espletamento del parto avrebbero dovuto essere affrontati in maniera diversa”.

Tuttavia gli stessi esperti hanno poi sottolineato come una tachicardia marcata – 180 battiti al minuto – si sarebbe presentata solamente nella fase immediatamente precedente al parto.

L’ultimo tracciato effettuato evidenziava che era causata dallo stiramento del funicolo, lungo solamente 28 centimetri.

Secondo i periti furono proprio le dimensioni del cordone, decisamente ridotte rispetto alla norma, a provocare una mancanza di ossigeno che causò la tragedia. Più specificamente si creò “un danno asfittico, consolidato nelle immediatezze del periodo espulsivo, in maniera improvvisa”.

A nulla sono valse le considerazioni dei consulenti dell’accusa, secondo i quali la brevità del funicolo si sarebbe dovuta rilevare prima che il bimbo nascesse. Tali argomentazioni non sono state accolte.

Il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta dello stesso Pubblico ministero, ha quindi deciso di archiviare le posizioni dei quattro sanitari.

 

 

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