Il Segretario nazionale del Sindacato Italiano Specialisti di Medicina Legale e delle Assicurazioni, Enrico Pedoja, interviene sul protocollo siglato da medici e avvocati della Capitale contro le “richieste indiscriminate e infondate” di risarcimento danni da malasanità

“L’intervento tecnico dello Specialista Medico Legale si fonda esclusivamente sull’ interpretazione degli elementi probatori documentali  afferenti ad ogni specifica fattispecie di evento Sanitario avverso ed è quindi sempre  ‘autonomo’  rispetto all’ intervento del Patrocinatore legale”. Così il Segretario nazionale SISMLA (Sindacato Italiano Specialisti di Medicina Legale e delle Assicurazioni)  Enrico Pedoja commenta la recente delibera adottata congiuntamente dagli Ordini dei medici e degli avvocati di Roma con l’obiettivo di contrastare  “il dilagante fenomeno dell’accaparramento di clientela per richieste indiscriminate e infondate di risarcimento danni da ‘malasanità’”.

Una pratica che  nella maggior parte prevedrebbe “prestazioni pseudo professionali a costo zero o a costi irrisori e, addirittura, con accollo da parte di detti soggetti di tutte le spese” e “riconoscimento di un importo soltanto in caso di esito positivo della controversia”.

Secondo i due Ordini professionali, “la collocazione della prestazione professionale dell’avvocato o del medico legale di parte nell’ambito di uno schema negoziale che preveda la corresponsione di un compenso solo nel caso di vittoria viola il principio del divieto del patto di quota lite e dell’onerosità della prestazione”.

Pedoja evidenzia come il parere tecnico, “ove ancorato a presupposti valutati ‘motivati’, può essere condiviso o meno, ma non ha mai finalità accusatorie specifiche contro il medico. Analogamente il parere di volta in volta espresso dal Consulente Medico Legale nominato dal medico o dalla Struttura Sanitaria  segue  gli stessi principi valutativi e non ha mai intento denigratorio per il paziente presunto danneggiato”. 

“Esiste poi – sottolinea il Segretario SISMLA – il concetto giuridico di “causa temeraria” (che dovrebbe valere per entrambe le Parti) la cui rilevanza spetta esclusivamente al Giudice e non agli Ordini Professionali  di Competenza”. 

“Analogamente non rilevante, ove compatibile  con i distinti principi deontologici professionali, che in vero attualmente impongono il dovere di informazione preventive sui rispettivi costi professionali, l’ipotesi di “accordi” extra giudiziali e/o giudiziari  con il Cliente / Periziando , senza che ciò rappresenti – precisa il rappresentante sindacale – fonte di illecito arricchimento o danneggiamento nei confronti del medico o della Struttura Sanitaria coinvolta”. 

Si tratta, infatti, di “accordi talora attuati su specifica richiesta  dello stesso ‘danneggiato’, privo di autonome disponibilità economiche. 

Per Pedoja rimane poi aperto il problema del Contenzioso Penale, sul quale il SISMLA continua ad essere allineato con tutte le Associazioni Professionali Mediche che hanno più volte proposto la depenalizzazione per le lesioni personali conseguenti a malpratica sanitaria, “avendo trovato, in vero, spesso contrapposizione da parte di molte Associazioni di Avvocati Penalisti e degli stessi Magistrati”. 

“In tale ambito – conclude il Segretario del Sindacato – una parziale soluzione potrebbe essere quella di limitare l’accesso gratuito ‘alle fasi processuali’, ponendo a carico del ‘presunto danneggiato’  Parte Civile, le spese processuali in caso di eventuale soccombenza”.

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