Per il Giudice i danni irreversibili alla nascita della bimba, che oggi ha 6 anni, si potevano evitare praticando un taglio cesareo, senza attendere che il parto avvenisse per via vaginale dopo diverse ore dalla dilatazione completa

Aveva subito danni irreversibili alla nascita a causa di un errore dovuto a imperizia, imprudenza e negligenza da parte del personale sanitario. L’esistenza della piccola, che oggi ha sei anni, è stata stravolta, così come quella dei genitori. Ma quantomeno ora la famiglia potrà contare su un risarcimento del danno pari a circa 1 milione 900mila euro. Lo ha disposto il Tribunale di Lucca, sancendo l’obbligo risarcitorio dell’Azienda sanitaria locale.

La vicenda, riportata dal Tirreno, risale al giugno del 2011. La piccola, che pesava 3 chili e 300 grammi venne alla luce in arresto cardiorespiratorio per 3 minuti e inalando meconio. Secondo quanto ricostruito sarebbe stata subito sottoposta a rianimazione dai sanitari e dagli anestesisti prima di essere trasferita alla clinica neonatologica dell’ospedale di Pisa.

La diagnosi: asfissia perinatale, encefalopatia ipossico-ischemica e emorragia surrenalica.

I successivi ricoveri presso strutture specializzate non riuscirono a migliorare le sue condizioni di vita, legate a un ritardo dello sviluppo neuropsichiatrico.

I genitori avevano quindi chiamato in causa la Asl contestando un evidente errore medico commesso dai sanitari che seguirono il parto.

Il Giudice, basandosi su una consulenza tecnica,  ha evidenziato che  i danni ipossici encefalici si potevano evitare. Sarebbe bastato un rapido intervento mediante taglio cesareo, senza attendere che il parto avvenisse per via vaginale dopo diverse ore dalla dilatazione completa.

Di qui la condanna dell’Azienda sanitaria. Il risarcimento è stato calcolato tenendo conto del danno biologico subito dalla minore, che le comporta un’invalidità totale con incapacità reddituale. La somma è pari al triplo della pensione sociale moltiplicato per gli anni di aspettativa di vita a partire dal 25esimo anno di età. Alla cifra si aggiunge poi il danno non patrimoniale legato alle spese sostenute e quelle future sotto il profilo medico-assistenziale. Il calcolo ammonta a 10mila euro da moltiplicare per il numero anni di aspettativa di vita. Infine il Tribunale ha tenuto conto del danno subito dai genitori della bimba, fissato, in base a parametri specifici, in 158mila euro ciascuno.

 

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