Famiglia cita in giudizio l’Asl di Teramo per il non riconoscimento della malformazione cerebrale di una bimba nel secondo mese di gravidanza.

Si moltiplicano le richieste di risarcimento nei confronti di strutture sanitarie da parte di genitori di bimbi nati invalidi, o con malformazioni che portano all’invalidità. Ultimo caso in ordine di tempo è quello di una coppia di Teramo che ha citato per danni l’Asl locale, in quanto la figlia, che oggi ha sette anni, soffre dalla nascita di una malattia genetica di malformazione cerebrale che non le consente di parlare, di camminare e di nutrirsi.
I genitori, nell’atto di citazione, sostengono che i primi segni della malattia “fossero evidenti già durante un esame prenatale che però il ginecologo dell’Asl non avrebbe riconosciuto come tali”, portando a supporto della propria tesi la relazione di un consulente tecnico secondo cui “il non aver identificato l’assenza del cavo del setto nasale pellucido, indicatore indiretto dell’agenesia del corpo calloso all’ecografia del secondo trimestre, non ha consentito di porre il sospetto della presenza di una malformazione cerebrale del feto. Qualora questa fosse stata anche solo sospettata si sarebbe potuto procedere ad effettuare indagini ulteriori e più specifiche che avrebbero con certezza consentito una precoce diagnosi della malformazione cerebrale”. Nell’accertamento tecnico, ammesso dal tribunale nel contraddittorio delle parti, si sostiene che “il medico che ha effettuato l’esame ecografico del secondo trimestre avrebbe dovuto e potuto osservare l’assenza del cavo del setto pellucido che è un segno indiretto dell’agenesia del corpo calloso”.

La famiglia rivendica in sostanza il diritto ad essere informati. Se, al secondo mese di gravidanza, avessero saputo dell’esistenza della malattia avrebbero potuto fare delle scelte. La richiesta di risarcimento è pari a 6 milioni di euro. Una cifra che tiene in considerazione sia il danno patrimoniale, poiché la bambina avrà necessità per tutta la vita di cure, assistenza specialistica e mantenimento, sia il riconoscimento del danno morale poiché le loro vite sono state stravolte.

 

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