Se il danno biologico dovesse ricomprendere l’ulteriore danno che è la sofferenza che comporta, andrebbe ridefinito il concetto di danno biologico 

Due concetti diversi non possono essere fusi ma fanno parte di un’unica categoria che è quella del danno non patrimoniale. Ciò non significa che la valutazione della sofferenza non debba seguire precisi criteri di identificazione per evitare duplicazioni di risarcimento, né, quindi, processi di automatismo servono a ben qualificarla e risarcirla per ottenere l’integrale risarcimento del danno alla persona.
Allora è di competenza medico legale o giuridica? Ma i giuristi sanno veramente che cos’è la sofferenza da scienziati del diritto o questo è il mestiere dei medici legali?
La mia riflessione parte da un’altra riflessione, quella dell’ottimo collega Francesco Pravato, che si allega alla presente e che si condivide appieno nelle sue conclusioni.
In verità le sentenze Gemelle della Cassazione Civile Sez. Unite del 2008 hanno ben precisato che è vietato l’automatismo per il calcolo della sofferenza ma di questo “gioiello intellettuale” non se ne è tenuto conto nei vari tribunali Italiani, a cominciare da quello di Milano dove le tabelle rappresentano l’unica ragione di vita (condivisibile dal punto di vista esclusivamente lavorativo, in termini di facilitazione) per ogni cosa.
Adesso rimane il quesito: bisogna rivedere la definizione del danno biologico o bisogna sforzarsi di personalizzare una voce di danno che è assolutamente propria e caratteristica di ogni individuo anche a parità di menomazione? Ed ancora, basterà il Giudice per valutare equitativamente una voce di danno non patrimoniale di cui non conosce perfettamente i contenuti scientifici o necessitano figure mediche per definire questo particolare danno conseguenza?
Infine necessiterà fare la differenza tra sofferenza fisica e quella psichica per inquadrare veramente bene la danno morale?
Ecco di questo si dovrà parlare nel prossimo futuro prima tra medici legali e psicologi e poi in un tavolo con i magistrati.
Si potrà mai tabellare dignitosamente la sofferenza morale oppure bisognerà fare il distinguo (come auspica la medicina legale) tra una tabella di danno biologico omnicomprensiva della sofferenza fisica a cui aggiungere un risarcimento in via equitativa della sofferenza psichica non degenerata in patologia ma estrinsecantesi in peggioramento della vita sociale e lavorativa?
Questo è il dilemma da risolvere e certo non bastano gli “esperti” delle aule di Senato e Camera!

Dr. Carmelo Galipò
(Pres. Accademia della Medicina Legale)

Leggi qui l’approfondimento del Dr. Francesco Pravato, Specialista in Medicina Legale

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