Per le associazioni del settore sanitario nella nota di aggiornamento al DEF si prevede un sostanziale definanziamento del SSN

Previsto un definanziamento del SSN. È quanto denunciano le associazioni dei lavoratori del settore sanitario, e nello specifico la Fondazione GIMBE, commentando l’approvazione della nota di aggiornamento del DEF.
La nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza approvata dal Consiglio dei Ministri registra un miglioramento delle previsioni economiche formulate ad aprile. Riviste al rialzo le stime di crescita per il Pil. La stima attestava una crescita dell1,1% per l’anno in corso, per il 2018 e per il 2019. Crescita ora rivista al 1,5.
Un dato positivo per l’economia italiana che non si traduce in una maggiore tutela della salute pubblica. Nella nota non si prevedono, infatti, aggiornamenti sui finanziamenti da destinare al SSN. Stimati 114,138 miliardi di euro per il 2017, 115,068 mld nel 2018, 116,105 mld nel 2019 e 118,570 mld nel 2020. Finanziamenti che non tengono conto del rialzo del Pil, corrispondendo ad una crescita percentuale di 1,4% nel 2017, 0,8% nel 2018, 0,9% nel 2019 e 2,1% nel 2020.
Un definanziamento del SSN sostanziale che preoccupa non poco lavoratori e cittadini.
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, precisa che “secondo la nota di aggiornamento del Def il rapporto tra spesa sanitaria e Pil dal 6,6% del 2017 si ridurrà al 6,4% nel 2019 per precipitare al 6,3% nel 2020, percentuali mai raggiunte in passato“.
Un dato inquietante che farà scendere sotto la quota del 6,5% fissata dall’Oms, al di sotto della quale, oltre la qualità dell’assistenza e l’accesso alle cure “si riduce anche l’aspettativa di vita delle persone”.

Una (cattiva) pratica ormai scontata

Le cifre assolute, continua Cartabellotta, non vanno poi considerate piene esiste infatti “un gap enorme tra i livelli di finanziamento programmati e quelli effettivamente erogati, recentemente messo nero su bianco anche dalla Corte dei Conti”.
Tra il 2015-2018 si è registrata una perdita di 10,51 miliardi di euro, come registrato nella Relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni, esercizio 2015. Stima che non tiene conto degli ulteriori tagli attuati per il 2017 e il 2018 secondo quanto stabilito dal decreto “Rideterminazione del livello del fabbisogno sanitario nazionale”.
La nota di aggiornamento del Def – conclude – conferma in maniera inequivocabile che alla ripresa dell’economia non conseguirà un incremento del finanziamento pubblico del Ssn. “In altri termini, se inizialmente il progressivo definanziamento del SSN era una inevitabile conseguenza della crisi economica, oggi rappresenta una costante irreversibile“.
 
 
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