Una ricerca statunitense evidenzia un maggiore rischio di eventi quali ictus e infarti per i pazienti affetti da diabete di tipo 2 che assumono sulfaniluree e insulina basale

Due farmaci molto prescritti per il diabete di tipo 2 – sulfaniluree e insulina basale – potrebbero aumentare considerevolmente il rischio di eventi cardiovascolari come infarto, ictus e insufficienza cardiaca rispetto a nuove classi di farmaci. E’ quanto emerge una ricerca condotta presso la Northwestern Medicine a Chicago in pubblicazione sulla rivista JAMA Network Open.

Lo studio ha coinvolto 132.737 pazienti che avevano da poco iniziato ad assumere una seconda terapia dopo il farmaco di prima scelta. Si tratta del primo studio di comparazione tra i farmaci di seconda linea per il diabete sul fronte del potenziale rischio cardiovascolare nei pazienti diabetici.

I risultati di questo lavoro, secondo gli autori, “richiedono un cambio di paradigma nel trattamento del diabete”. Sia sulfaniluree sia insulina basale sono prescritti di frequente come seconda terapia a pazienti che assumono metformina e hanno bisogno di una terapia aggiuntiva perché la metformina non funziona bene o non è ben tollerata.

L’insulina basale agisce a rilascio lento e controllato nell’organismo nel corso del giorno. Le sulfoniluree agiscono a livello delle cellule del pancreas, stimolandole a produrre maggiori quantità di insulina.

Ma gli esperti hanno riscontrato che i pazienti che assumono sulfoniluree presentano un rischio cardiovascolare del 36% maggiore. I pazienti che assumono insulina basale, invece, un rischio doppio rispetto a chi assume la più nuova classe di terapie, gli inibitori del DPP-4.

I risultati evidenziano che basta prescrivere l’insulina basale a 37 pazienti per due anni per osservare un ictus, un infarto o un amputazione. Per le sulfoniluree si sale a un evento ogni 103 persone trattate. I medici – secondo i ricercatori – dovrebbero prescrivere le nuove classi di farmaci, che sono però più costose.

Per Francesco Purrello,  presidente della Società Italiana di Diabetologia, si tratta di uno studio osservazionale basato sull’analisi di un grande database di tipo assicurativo. Il lavoro non è quindi un trial clinico, ma presenta di contro il vantaggio di comprendere una larga casistica, non selezionata.

La ricerca – spiega l’esperto all’Ansa – indica che le nuove classi di farmaci per la terapia del diabete, tra cui analoghi del GLP-1 e glifozine, sono più sicure dal punto di vista cardiovascolare rispetto alle sulfoniluree e all’insulina basale, quando usate in aggiunta alla metformina. “Tra le possibili cause – conclude Purrello – un maggiore rischio di ipoglicemie e di aumento di peso”. Si tratta, infatti, di eventi che si osservano frequentemente in pazienti che assumono sulfaniluree o insulina.

 

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