Una tavola rotonda che si è tenuta a Roma in occasione del 74esimo congresso della Sip, Società italiana di pediatria, ha messo in guardia sui rischi delle diete speciali per bambini.

Si diffondono con sempre maggiore frequenza le cosiddette diete speciali per bambini.

Spesso, infatti, accade che il bambino abbia la pancia gonfia o avverta dolore per quelli che vengono definiti “disordini addominali funzionali”.

Questo tipo di disturbi colpiscono ben il 20% dei bimbi e, pertanto, hanno portato a un incremento di queste diete speciali dedicati ai più piccoli.

Tra queste ci sono quella Gluten Free o quella a basso contenuto di Fodmap (carboidrati non assorbibili che fermentano nel colon).

Nel corso di una tavola rotonda che si è tenuta a Roma in occasione del 74esimo congresso della Sip, Società italiana di pediatria, gli esperti hanno però messo in guardia sui rischi delle diete speciali per bambini.

Occorre infatti molta cautela nel somministrare particolari regimi dietetici ai bambini, in particolare in assenza di una specifica diagnosi da parte del pediatra.

Le bufale, avverte la Società italiana di pediatria, sono sempre dietro l’angolo.

“In linea generale – dichiara la vicepresidente Sip Annamaria Staiano – tutte le diete che escludono alcuni alimenti (‘diete di eliminazione’) presentano dei rischi per i bambini, perché possono compromettere lo stato nutrizionale o l’equilibrio psicofisico. Pertanto devono essere veramente necessarie. È inoltre importante che i risultati siano sempre monitorati dal medico”.

Tra le diete speciali, quella si è maggiormente diffusa negli ultimi tempi è quella gluten free. Al primo segnale di gonfiore molti genitori optano per quella, ma anche qui una diagnosi è fondamentale.

A ricordarlo è Riccardo Troncone, dell’Università Federico II di Napoli.

“La dieta gluten free – spiega – è da osservare solo in caso di una diagnosi clinica di celiachia o di allergia al grano ig-E mediata. È invece stata invocata da più parti anche per i non celiaci per contrastare i disordini addominali funzionali, patologie neurologiche, disordini dello spettro autistico, psoriasi, fibromialgia”.

Un ventaglio di disturbi davvero molto ampio e, come ricorda Troncone, l’efficacia di questa dieta su certi disturbi è “a dir poco debole”.

“Con l’aggravante – prosegue – che non è priva di rischi. I prodotti senza glutine infatti possono avere un minore contenuto di micronutrienti (ferro, zinco, magnesio) e fibre e un contenuto più elevato di grassi”.

Il regime nutrizionale a ridotto contenuto di Fodmap, sviluppato da ricercatori australiani, è invece basato su una riduzione o eliminazione degli alimenti contenenti questi carboidrati, caratterizzati da un’elevata resistenza alla digestione, basso livello di assorbimento nel tratto intestinale e lunga fermentazione nell’intestino.

I Fodmap, in base al tipo di zucchero, si trovano in vari alimenti. Tra questi, grano, segale, cipolle, aglio, carciofi, legumi, latte e prodotti caseari. Ma anche miele, pere, mele, anguria, mango, funghi, cavolfiore, gomme da masticare.

Ebbene, secondo Ruggero Francavilla, della Clinica Pediatrica dell’Università di Bari “alcuni studi condotti sugli adulti hanno dimostrato che una dieta a basso contenuto di Fodmap potrebbe avere un impatto favorevole sul dolore e sul gonfiore addominale e migliorare i sintomi dell’intestino irritabile. Tuttavia un solo studio ha riguardato l’età pediatrica“.

Un po’ poco, dunque, per somministrare questo tipo di dieta un bambino. Senza contare che in molti casi, queste diete speciali possono – se non seguite correttamente – alterare la flora batterica intestinale, riducendo i batteri buoni”.

 

 

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