Tre casi registrati in Europa, due ragazzi libici e uno afghano colpiti dal batterio della difterite. Le segnalazioni inviate al monitoraggio europeo «European Early Warning and Response System» (EWRS), hanno permesso la diagnosi precoce per le persone poi vaccinate, entrate in contatto con i ragazzi.

Il prof Massimo Delfino, Specialista in Medicina Interna e Malattie Infettive dell’Università La Sapienza, spiega a Responsabile Civile cosa succede a seguito del calo dell’immunità di gregge.

Professor Delfino, la cronaca ci racconta di nuovi casi di difterite, di che malattia si tratta? 

Si tratta di una malattia infettiva assai poco diffusa che si trasmette come l’influenza, attraverso un batterio, il Corynebacterium diphteriae, con le goccioline della tosse, del catarro, espettoranti insomma. Il problema non è tanto l’infezione in sé quanto il batterio che produce una tossina che è appunto tossica e può determinare la formazione di membrane che nei bambini piccoli possono chiudere l’accesso alla trachea e dunque alle vie respiratorie. È questa la pericolosità. Il vaccino pertanto viene fatto con la “contro tossina”. Esiste questa situazione perché in quei Paesi (Afghanistan ndr.) non è stata fatta la vaccinazione obbligatoria e in ogni caso non è stata praticata su larga massa.

E’ il caso di affermare che si ripropongono malattie antiche?

Le malattie non sono mai state antiche e le malattie totalmente debellate sono pochissime, come il vaiolo. Le altre, di cui non si sente parlare quasi mai come questa, la difterite, sono tenute sotto controllo grazie alle vaccinazioni. La ripresentazione di alcune malattie che consideravamo debellate avviene perché persone provenienti da zone dove non esiste una campagna di vaccinazioni incontrano i “non vaccinati” che una volta erano pochissimi. È un numero che però sta lentamente salendo e che quindi ha più possibilità di contrarre malattie.

C’è da allarmarsi quindi?

La difterite in sé non suscita allarme quanto la meningite come abbiamo visto in precedenza. Il problema sta nel fatto che è calata l’immunità di gregge che significa quando il vaccino diventa ubiquitario, quando cioè coinvolge più del 95% della popolazione. Quando questa soglia si abbassa ricompare un numero significativo di soggetti diciamo “di transizione” e l’infezione riprende assolutamente vigore. È una cosa assolutamente normale. Il problema di questo dato è che l’obbligatorietà dei vaccini in Italia vive molte contraddizioni e dunque questa soglia ora si è abbassata. Una volta il controllo era molto stretto e non si poteva iscrivere il proprio figlio a scuola se non era vaccinato.

Adesso invece cosa succede?

Ora chi decide se fare il vaccino o meno ai bambini è il genitore e non più il medico, spinto dalle tante informazioni che trova in rete, molte sulle presunte problematiche legate ai vaccini. Dovrebbe essere invece l’opposto, il medico individua quei bambini particolarmente suscettibili ai vaccini che vengono dunque esclusi dalla somministrazione e possono godere dell’immunità di gregge. Se vaccino corro un rischio molto, molto infinitesimale. Se non vaccino e sfrutto l’immunità di gregge non corro nemmeno quel minimo rischio. Ma se il numero dei non vaccinati supera una certa soglia questo non vale più (5% della popolazione).

di Laura Fedel

difterite-vaccino-grafico-responsabile-civile

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui