Su JAMA vengono pubblicate le ultime linee guida sul trattamento della dispepsia realizzate dall’American College of Gastroenterology (ACG) e dalla Canadian Association of Gastroenterology (CAG).

Sono state pubblicate su Jama le nuove linee guida per il trattamento della dispepsia, messe a punto dall’American College of Gastroenterology (ACG) e dalla Canadian Association of Gastroenterology (CAG).

Un disturbo, quello della dispepsia, che interessa moltissime persone in tutto il mondo.

Per dispepsia, nello specifico, si intende un dolore epigastrico non accompagnato da sintomi da reflusso.

Si tratta di un disturbo piuttosto comune che interessa circa una persona su 5.

A fronte dell’elevata prevalenza del disturbo, l’incidenza di patologie gravi alla base dello stesso è decisamente bassa.

La popolazione interessata dalle linee guida è rappresentata da tutti i pazienti adulti con dolore epigastrico comparso da almeno un mese.

Ma cosa prevedono queste nuove linee guida? E in che modo possono aiutare chi è affetto dalla patologia?

Innanzitutto, esse stabiliscono che i soggetti con dispepsia di età pari o superiore a 60 anni dovrebbero essere sottoposti a esofagogastroduodenoscopia (EGDS).

Questo andrebbe fatto per escludere una neoplasia del tratto GI superiore.

In secondo luogo, i soggetti con dispepsia di età inferiore a 60 anni non dovrebbero essere sottoposti a EGDS di routine per la valutazione dei sintomi. E questo anche in presenza di sintomi quali perdita di peso, anemia o disfagia.

Tale raccomandazione però, riguarda solo i soggetti che abbiano come sintomo principale la disfagia.

Non bisogna infatti escludere che soggetti con disfagia ingravescente e/o calo ponderale o soggetti con dolore epigastrico potrebbero avere una patologia delle vie biliari o pancreatica.

Ancora, i soggetti con dispepsia di età inferiore a 60 anni dovrebbero invece essere sottoposti al test per H. pylori e trattati di conseguenza, se positivi al test.

Infine, i pazienti di età inferiore a 60 anni dovrebbero ricevere un trattamento con inibitori di pompa protonica (PPI) in caso di test per H. pylori negativo.

Ma, precisano le linee guida, anche dopo eradicazione dell’H. pylori, qualora i sintomi dovessero persistere.

Rispetto alla precedente edizione delle guida, la soglia d’età dei pazienti dispeptici da sottoporre a EGDS è stata innalzata a 60 anni.

Ciò in quanto l’incidenza di neoplasie del primo tratto digerente è bassa e in riduzione in Nord America. Il tasso di tumori dello stomaco è invece più elevato nei soggetti nati nel sud est asiatico, in alcuni Paesi del Sud America e tra i maschi. Un dato questo da tener presente nella decisione se richiedere o meno una EGDS.

Una ulteriore differenze rispetto alla precedente edizione delle linee guida è che queste si focalizzano maggiormente sul controllo dei sintomi. Così come sulla riduzione del numero di procedure. Anche perché alcune delle quali sono ritenute inutili.

Fermo restando, però, che l’applicazione di queste raccomandazioni ‘risparmia-procedure’ – precisano gli autori – andrà comunque decisa caso per caso, tenendo presenti i fattori di rischio del paziente.

 

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