Per il Sindacato Medici  Italiani il Dl Calabria rappresenta un primo passo per fare fronte alla carenza di medici. Onotri: occorre una politica chiara sulla formazione post-laurea

“Il DL Calabria è un primo passo avanti per ovviare alla carenza di medici risultante da 10 anni di errata o nulla programmazione. Condividiamo la necessità di assicurare i servizi essenziali alla cittadinanza e nel contempo dare una risposta anche a quei colleghi che, pur in assenza dei requisiti, hanno ricoperti incarichi precari, spesso esternalizzati e mal pagati, soprattutto nell’aree della medicina di urgenza- emergenza”. Così il Segretario Generale dello SMI, Pina Onotri, sul provvedimento legislativo in discussione presso la Commissione Affari Sociali della Camera.
Per la rappresentante del Sindacato Medici Italiani, da questo momento in poi, però, deve essere superata la fase emergenziale. È necessaria una politica chiara sulla formazione post-laurea con l’istituzione di un concorso unico nazionale per specializzazioni che devono necessariamente ricomprendere anche la medicina generale.

Onotri plaude poi alla nascita di un dipartimento misto Università-medici di famiglia in Liguria, progetto che ha visto partecipe anche lo SMI.

Si tratta – commenta – di “una pietra miliare verso la specializzazione in Medicina Generale” che “vede, in modo positivo, coinvolto il territorio”.
“C’è necessità che i giovani specializzandi possano formarsi anche in strutture ospedaliere, come avveniva un tempo per gli assistenti in formazione”.
“È necessario – aggiunge ancora la rappresentante dello SMI – mettere in atto tutte le strategie possibili per evitare soluzioni fantasiose come richiamare medici pensionati in servizio o importarli da altri paesi, mentre abbiamo centinaia di giovani colleghi, imbrigliati nell’ imbuto formativo, che vivono la condizione d’ inoccupati o sottoccupati o peggio, ancora, che abbandonano il nostro paese”
“La professione medica va tutelata e rilanciata nel nostro Paese. Anche la discussione, in corso, sull’ACN (Accordo Collettivo Nazionale) deve essere un punto di svolta. L’ultima riunione alla SISAC non è stata di aiuto, in questo senso, perché non vi sono state garanzie nazionali sulle risorse per la categoria medica”. Per Onotri, le trattative in SISAC non sarebbero incoraggianti per chi vuol intraprendere la carriera di medico di medicina generale. Infatti, “la retribuzione è sempre al palo e con il Regionalismo Differenziato, che incombe, si complica il quadro delle tutele per la salute in Italia”.
“Ci auguriamo – conclude il Segretario Generale del Sindacato – che il Decreto Calabria, oltre a rispondere all’emergenza della carenza dei medici in Italia, sappia dare risposte e tutele ai medici e ai pazienti calabresi”.
 
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