Lettera aperta del Medico Legale Paolo Arbarello per la tutela dell’identità e dell’autonomia della categoria

Cari ed Egregi Colleghi Medici-Legali,

Prof. Paolo Arbarello
Prof. Paolo Arbarello

dopo tanto tempo ho sentito l’esigenza di scrivere questa lettera aperta a voi tutti perché in questi giorni  ho rinvenuto sulla mia scrivania quel “vecchio” documento (2012) contro la legge 27/2012, la quale aveva avuto la pretesa di dettare i contenuti dell’atto medico e di quello medico-legale; quel documento fu sottoscritto come momento di sintesi di uno dei tanti Congressi della Società di quando ero Presidente e ci incontravamo qui, a Roma, nel mese di giugno per celebrare le Giornate Medico-Legali Romane.

Quelle Giornate, oltre che per confrontarci culturalmente e professionalmente, erano anche l’occasione per incontrarci, salutarci e scambiarci esperienze di vita, visto che con molti di voi si è condiviso almeno l’ultimo ventennio e con alcuni di voi quasi mezzo secolo. Ho nostalgia di quel periodo.

Vi domanderete perché ho virgolettato il termine vecchio:

ebbene, l’ho fatto perché, anche se è solo del 2012, è anacronistico dal momento che, a distanza di appena 4 anni, siamo riusciti a dimenticare la ratio che spinse noi Medici Legali a compattarci, pur mantenendo le nostre autonomie, allargandone la sottoscrizione anche ad organismi giuridici da sempre vicini alle nostre posizioni.

Tutti noi vedemmo, con triste realismo purtroppo, nella legge 27/2012- appena varata grazie anche alle pressioni di associazioni pseudoculturali tuttora attive-, quel fantasma che poteva seriamente compromettere la nostra autonomia e la nostra professionalità mortificando l’atto medico-legale, riducendolo a vassallo degli accertamenti clinico-strumentali.

Come ben sappiamo, di lì a poco alcune Compagnie di Assicurazioni hanno iniziato a pretendere dai loro fiduciari Medico-Legali il numero “0” sui colpi di frusta e sui traumi cranici sostituendo e “licenziando” d’emblèe tutti quei Medici-Legali che, invece, si rifiutavano di sottostare a questa vera e propria prevaricazione intellettuale.

Fortunatamente, gran parte delle Compagnie di nobili e antiche tradizioni non hanno seguito queste derive ed hanno evitato di farsi portar per mano da soggetti terzi.

Ma rimane, comunque, l’amaro in bocca nel constatare che proprio chi avrebbe dovuto difendere la professionalità specifica del Medico Legale sia stato latitante, o peggio si è schierato con coloro che sempre hanno fatto del male alla nostra disciplina, condizionati da tatticismi ed accordi trasversali, dagli scopi assai poco trasparenti … o forse anche troppo chiari: perché rispondenti solo alla logica di interessi di pochi, a scapito della stragrande maggioranza dei colleghi!

Si vorrebbe, ad esempio, comprendere in quale modo la legittima e doverosa tutela della professionalità e dell’aggiornamento scientifico dei nostri specialisti nelle ASL e di coloro che operano nei maggiori Istituti di Previdenza, abbia qualcosa a che spartire con associazioni privatistiche, che hanno una loro logica imprenditoriale di perseguire profitti.

E’ tempo di muovere e avviare una difesa sindacale forte che si opponga alle “svendite” di intere aree di interesse e di lavoro dei Medici Legali al sol fine di unirli in organizzazioni che hanno fini diversi e conflittuali con la difesa vigorosa dell’autonomia della Medicina Legale, con una piatta assuefazione a derive che rischiano di umiliare definitivamente il lavoro, il ruolo e la funzione del Medico Legale, in tutti gli ambiti, nessuno escluso, nei quali si esplica ogni giorno, con più fatica e frustrazione, l’attività non senza tacere dell’incredibile “stato di subordinazione e marginalizzazione ” che subisce la nostra disciplina da parte degli Ordini dei Medici!!

Dal mio canto, posso solo dire a voi tutti, amici e colleghi, che farò il possibile per contribuire, con tutti  quelli di voi che ancora ci credono, alla difesa ed alla tutela della identità e dell’autonomia della Medicina Legale nella consapevolezza che una Medicina Legale libera potrà meglio assolvere alla propria posizione di garanzia per i Cittadini e per le Istituzioni.

La difesa della professionalità del Medico Legale può nascere solo da una forza sindacale limpida, forte e rappresentativa di tutti a livello locale e nazionale, scevra da personalismi volti a celare finti unanimismi di facciata che celano ben altri disegni.

Paolo Arbarello

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1 commento

  1. Professore buonasera. Condivido appieno il suo pensiero e spero che si realizzi quanto auspicato. Ormai i veri interlocutori della Medicina Legale sono pochi

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