La decisione presa dai presidenti dei nove Ordini provinciali per capire cosa sia stato fatto in relazione alle richieste e alle criticità evidenziate a seguito del problema sorto con le sospensioni decretate la scorsa primavera

La scorsa primavera l’Ordine dei Medici di Bologna aveva sospeso sette medici per aver “istigato l’esercizio abusivo della professione medica”. I camici bianchi avevano scritto istruzioni operative per infermieri a bordo di ambulanze, avvallando così, in capo al personale infermieristico, l’assunzione di competenze esclusivamente mediche, tra le quali anche la diagnosi e la prescrizione di farmaci. Un comportamento deontologicamente sbagliato secondo l’Ordine felsineo in quanto diagnosi e prescrizione vanno sempre effettuate personalmente dal medico visitando il paziente mentre gli infermieri non possono agire in autonomia, anche se hanno ricevuto indicazioni a distanza da un medico su come comportarsi.

A distanza di mesi il dibattito sul ruolo degli infermieri a bordo delle ambulanza non ha ancora trovato una soluzione. Ad aprile la Regione aveva emanato le linee guida per l’intervento del personale infermieristico nello svolgimento del servizio 118. I presidenti degli Ordini avevano risposto a luglio con un documento in cui evidenziavano le difficoltà di conciliare le leggi con le norme deontologiche. In particolare i medici sottolineavano cinque criticità: mezzi di soccorso con infermieri e mezzi medicalizzati non possono avere la stessa denominazione; ci vuole sempre la garanzia che al bisogno sia interpellato il medico; è eccessiva la discrezionalità decisionale data agli infermieri; dinanzi ad ogni malato critico va attivato l’intervento medico; la diagnosi è posta da un medico che non ha raccolto personalmente rilievi anamnestici, segni e sintomi.

Dal momento che l’auspicato confronto tra con la Regione in merito a tali aspetti non c’è ancora stato, i nove ordini provinciali, riuniti nella Federazione regionale, hanno deciso di rivolgersi ciascuno rispettivamente al Direttore sanitario dell’azienda cui fa capo la gestione dei protocolli di emergenza urgenza nel proprio territorio per capire cosa sia stato fatto rispetto alle osservazioni esplicate e gli adempimenti richiesti nel documento della scorsa estate.

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