Qualche anno fa è iniziata una rivoluzione nella diagnosi e cura dell’epatite. Ce ne parla in questa video intervista a Responsabile Civile il dr. Claudio Puoti, responsabile del Centro di Epatologia dell’Istituto INI di Grottaferrata

Fino a poco tempo fa la diagnosi e la cura dell’epatite C erano per i pazienti estremamente invasive, costose e assicuravano una percentuale di guarigione piuttosto bassa.

Il dr. Claudio Puoti, responsabile del Centro di Epatologia dell’Istituto INI di Grottaferrata (Roma), in questa video intervista a Responsabile Civile ci spiega com’è cambiata la situazione negli ultimi anni e quali prospettive ci siano per il futuro.

Per quanto riguarda la diagnosi dell’epatite C, spiega il dr. Puoti, fino a qualche anno fa per valutane la gravità veniva fatta la biopsia epatica, che implicava il ricovero in day-hospital o in ospedale ed era molto invasiva, limitando quindi il numero di persone che potevano sottoporsi all’esame. Attualmente, invece, si è diffuso l’utilizzo del Fibroscan, un apparecchio molto simile ad un ecografo, che attraverso una sonda poggiata sulla parete toracica tra gli spazi intercostali invia al fegato delle onde elastiche, un esame completamente diverso dal precedente che ha aumentato il numero di persone che possono essere sottoposte a questo tipo di accertamento.

Per quanto riguarda la terapia, spiega ancora il dr. Puoti, fino a pochi anni fa l’unica esistente era basata sull’interferone, che non è un antivirale diretto ma stimola il sistema immunitario e, associato alla ribavirina, aveva numerosissimi effetti collaterali. La conseguenza era quindi che la terapia non poteva essere somministrata a chi ne aveva più bisogno, ossia a i malati più gravi che non avrebbero potuto sopportarne gli effetti collaterali. Ed proprio sulla terapia che si registrano i cambiamenti più rivoluzionari, grazie all’arrivo del nuovi farmaci che vengono chiamati DAA, ossia Agenti Antivirali Diretti.

Altro punto fondamentale affrontato in quest’intervista è il costo delle terapie, che è stato abbattuto dai nuovi farmaci aprendo così la terapia ad un numero sempre maggiore di pazienti.

Questa rivoluzione in atto nella lotta all’epatite C potrà portare all’eradicazione completa della malattia? Sentiamo la risposta del dr. Claudio Puoti.

Ersilia Crisci

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