Secondo un’analisi realizzata dalla Fondazione Gimbe, la ripetizione continua di esami di laboratorio nei pazienti ricoverati può determinare “effetti avversi prevenibili”, sia clinici che economici

La continua ripetizione degli esami di laboratorio di routine nei pazienti ricoverati in ospedale non sempre è sinonimo di appropriatezza e garanzia di salute. Anzi, l’eccesso, come sottolinea un’analisi della Fondazione Gimbe, può rappresentare “una rilevante fonte di sprechi”, oltre a “determinare effetti avversi anche gravi”.

I dati dello studio evidenziano che “anche se gli esami di laboratorio rappresentano meno del 5% della spesa ospedaliera, l’impatto economico è molto più elevato”. I loro risultati, infatti, influenzerebbero circa 2/3 delle decisioni cliniche relative a ulteriori test diagnostici o interventi terapeutici. Questo strumento, quindi, va utilizzato correttamente, altrimenti può determinare “effetti avversi prevenibili”, sia clinici che economici.

Sull’argomento Gimbe ha realizzato, previa revisione sistematica della letteratura, un Position Statement.

L’obiettivo è offrire a professionisti e ospedali “un framework multidisciplinare e basato sulle evidenze” nell’ottica di ridurre la ripetizione dei test di laboratorio in ospedale. In tal senso sono tre gli interventi efficaci individuati per ridurre la ripetizione inappropriata di test di routine nei pazienti ricoverati: la formazione, l’audit & feedback ai professionisti sull’appropriatezza delle prescrizioni e la loro restrizione tramite cartella clinica informatizzata.

“Il fenomeno è molto complesso” afferma il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta. “Le prescrizioni ripetute di esami di laboratorio nei pazienti ospedalizzati conseguono alla variabile interazione di vari fattori”. Tra questi, medicina difensiva, incertezza diagnostica, sottostima degli effetti avversi, scarsa consapevolezza dei costi, mancato feedback sulla prescrizione dei test, differente background formativo dei medici. “Tuttavia – prosegue – oggi consistenti evidenze scientifiche documentano sia l’efficacia di vari interventi per ridurre i test di laboratorio inappropriatamente ripetuti in ospedale, sia che tale riduzione non si associa ad un aumento di eventi avversi, quali mancate diagnosi, re-ospedalizzazione o mortalità”.

 

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