Il Sindacato Medici Italiani auspica un intervento di tutte le istituzioni per far fronte all’escalation di violenze nei confronti di medici e infermieri registrata negli ultimi giorni nel capoluogo partenopeo. Esposito: necessario decongestionare i pronto soccorso

“La situazione a Napoli e nella Campania è allarmante”. Dallo SMI (Sindacato Medici Italiani) arriva un appello a tutte le istituzioni affinché intervengano per fare fronte all’escalation di aggressioni contro gli operatori sanitari partenopei. Il Sindacato si rivolge, in particolare, al Ministro della Salute, Giulia Grillo e al presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli.

Sarebbero dodici, in totale, gli episodi di violenza registrati nella scorsa settimana sul territorio partenopeo. Di queste – come riporta il segretario aziendale dello SMI dell’Asl Napoli 1, Ernesto Esposito –  otto si sarebbero verificati tutte all’ospedale Vecchio Pellegrini. Le vittime sono medici e infermieri che – sottolinea il Sindacato – “hanno continuato a prestare le loro cure nonostante le violenze subite”. Una simile concentrazione di aggressioni nelle stesse ore e nello stesso presidio – a detta dell’organizzazione – “non si è mai vista prima”.

Per Esposito, occorre “decongestionare i pronto soccorso della città di Napoli al più presto possibile  utilizzando al meglio i presidi territoriali pubblici già presenti”.

Il riferimento è alle strutture  S.Gennaro, Annunziata, Incurabili, Loreto Crispi. Presidi che “necessitano di riorganizzazione per fare filtro”.

“È necessario – prosegue – indirizzare i pazienti presso le strutture territoriali previste dalla legge Balduzzi  e dall’accordo collettivo Nazionale della medicina generale attualmente vigenti in Italia”. Solo così, secondo il rappresentante sindacale, sarà possibile evitare l’iperafflusso presso i pronto soccorso del capoluogo campano, ponendo fine a “questa visione ospedalocentrica”.

Secondo lo SMI sarebbe “un gravissimo errore politico organizzativo”, soprattutto a Napoli, “depotenziare fino a distruggere con una lenta agonia le strutture territoriali attualmente presenti”. In tal modo si finirebbe, infatti, per ingolfare ulteriormente i pronto soccorso già al collasso.

 

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