La Procura della Repubblica di Roma afferma: ‘Nessun collegamento tra vaccini e autismo”’. E decide di archiviare i numerosi esposti no vax.

La Procura di Roma ha deciso di archiviare una serie di esposti no vax ricevuti negli ultimi mesi con i quali si chiedeva di verificare “l’eventuale tossicità dei vaccini” e il “loro collegamento con lo sviluppo di patologie come l’autismo” e la “correttezza delle condotte tenute dai membri delle commissioni come l’Aifa e l’Ema in relazione ai controlli svolti sui vaccini prodotti dalle case farmaceutiche”.

Ebbene, i giudici romani hanno stabilito che gli esposti no vax andassero archiviati in quando non sussiste alcun collegamento tra vaccini e autismo.

Partendo dal presupposto che “sul piano giuridico non vi è alcuna prova scientifica in grado di dimostrare il nesso tra vaccino, sindrome dello spettro autistico, malattie autoimmuni”, gli esposti no vax sono stati quindi archiviati.

Una decisione, questa, figlia anche delle numerose sentenze della Cassazione in tal senso.

Sentenze che hanno fermamente escluso alcun tipo di nesso causale tra autismo e vaccini.

Negli esposti, in particolare, si ipotizzavano i reati di commercio o somministrazione di medicinali guasti e delitti colposi contro la salute pubblica.

Ma – come si legge nel provvedimento – ritenere che i vaccini possano causare l’autismo o altre patologie è errato. Una convinzione, questa, sviluppatasi  “sulla base di studi pseudo scientifici facilmente smontati non solo dalla scienza ufficiale”. Ma, si legge, “dal fatto notorio che le vaccinazioni di massa hanno di fatto debellato malattie come il vaiolo e poliomielite, significa aderire pregiudizialmente ovvero fideisticamente a una tesi, rispetto alla quale qualunque argomento risulta inconsistente”.

Pertanto, i pm romani non hanno alcun dubbio che tale nesso causale non sussista.

E aggiungono che il fatto che i vaccini possano avere delle reazioni avverse, “rientra nella letteratura scientifica”. Tuttavia, “è fuor di luogo che l’incidenza in tal senso non è significativa o comunque tale da inficiare il rapporto costi-benefici”.

Infine, per quel che concerne l’affermazione contenuta negli esposti che “dietro l’obbligatorietà della vaccinazione vi sia scopo di ‘ingrassare’ i bilanci delle società farmaceutiche – conclude la Procura di Roma – è sufficiente ad eliminarlo quanto evincibile dai dati Istat”.

Infatti, nel 2015 tutti i vaccini in Italia hanno fatturato 318 milioni di euro. Una cifra pari solo all’1,4% della spesa farmaceutica.

“I farmaci venduti per l’epatite C, per la quale non esiste vaccino – conclude la Procura – hanno fatto spendere alle casse del Sistema sanitario nazionale sei volte tanto”.

 

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