Grazie alla terapia ‘Seven to stand’  i pazienti sarebbero tornati a camminare nell’arco di 45 giorni

Sei professionisti di ambito sanitario sono finiti in manette – cinque in carcere e uno ai domiciliari – in base a un’ordinanza emessa dal gip ed eseguita dalla Polizia di Terni. Tra loro un medico odontostomatologo, una fisioterapista, un ingegnere biomedico e il titolare di una farmacia, sui cui pende l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. A ideare e coordinare l’attività criminosa vi sarebbe invece un avvocato.

Gli arrestati, che operavano al di fuori di strutture pubbliche, avevano messo a punto un sistema che gli ha consentito di frodare pazienti affetti da Sla, Parkinson, artrite reumatoide e altre gravi patologie degenerative, mediante la divulgazione di un protocollo medico risultato privo di qualsiasi base scientifica. La sedicente terapia, chiamata ‘Seven to stand’ e basata su un mix di farmaci abbinati ad attività fisioterapica, avrebbe consentito ai malati di tornare a camminare nel giro di sette settimane.

Le indagini, partite da una segnalazione giunta alla squadra mobile di Rieti, hanno accertato che nell’arco di due anni sono circa 240 le persone che, da tutta Italia, si sarebbero rivolte alla struttura ‘Università popolare Homo & Natura’, un’associazione fondata dall’odontostomatologo arrestato, che sarebbe anche l’ideatore del protocollo spacciato come alternativo alla medicina ufficiale. ‘Seven to stand’ prevedeva, a fronte del pagamento di cifre che andavano dai 2 ai 4mila euro a paziente, la somministrazione per 45 giorni di un cocktail di medicinali composto da antibiotici, antimicotici e statine, che, non solo non avrebbe alcuna efficacia per le patologie trattate, ma in alcuni casi potrebbe essere addirittura dannoso.

Il numero dei truffati, tuttavia, potrebbe essere addirittura superiore, se si tiene conto che sono emersi circa 1400 contatti telefonici di malati al numero verde dell’Associazione. “L’attività era in espansione – hanno spiegato gli inquirenti – anche verso Paesi esteri come la Romania”. Il gruppo avrebbe promosso il proprio protocollo soprattutto attraverso internet – anche mediante la pubblicazione di articoli pseudoscientifici con titoli ad effetto quali “Sconfitta la sclerosi multipla” – vantando riconoscimenti internazionali e registrazioni all’anagrafe di Centri di ricerca.

 

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