Sono 19 le Regioni che danno la possibilità ai cittadini di attivare un fascicolo sanitario elettronico. Attualmente i referti digitalizzati hanno toccato quota 239 milioni

Attualmente il 95% delle Regioni italiane dà la possibilità ai cittadini di attivare un fascicolo sanitario elettronico. Il fascicolo può consentire di avere a disposizione in qualsiasi momento i propri dati clinici in formato digitale, eliminando la documentazione cartacea. Il tutto, quindi, con risparmi di costo e una migliore accessibilità delle informazioni sanitarie da parte del paziente, nonché di Asl e strutture ospedaliere.
Secondo le ultime rilevazioni nazionali, in ben 19 su 20 risulta sia stato attivato almeno un fascicolo sanitario elettronico. Ciò significa una crescita del numero di Regioni che consentono questa opzione del 90% negli ultimi 3 anni. Ammontano invece a 11 milioni e mezzo gli italiani che hanno dato il consenso all’apertura di un proprio fascicolo sanitario elettronico. I referti digitalizzati hanno toccato complessivamente quota 239 milioni.
La messa a punto e l’implementazione dell’infrastruttura nazionale, degli standard e delle regole tecniche relative al Fascicolo sanitario elettronico coinvolgono una serie di attori istituzionali. A partire da Agid, con il supporto di Cnr, Mef, Ministero della Salute e Regioni. Il prossimo obiettivo dell’Agenzia sarà quello di favorire un’evoluzione del fascicolo sanitario elettronico come punto di accesso unico delle informazioni cliniche del cittadino. Il paradigma ispiratore di tale misura è quello del once only, in base al quale le pubbliche amministrazioni dovrebbero evitare di chiedere agli utenti informazioni già in precedenza fornite.

Il fascicolo potrà diventare lo strumento cardine per abilitare nuovi percorsi di cura e prevenzione personalizzati soprattutto per i malati cronici e gli anziani.

Nei mesi a venire l’Agid lavorerà alla definizione di nuove linee guida per migliorare e valorizzare la gestione dei dati che transitano su dispositivi medici, wearable device e fascicolo sanitario elettronico affinché possano integrarsi tra loro ed essere resi fruibili anche al mondo della ricerca.
In questo modo i dati potrebbero essere utilizzati infatti, nel rispetto della privacy, per studiare l’incidenza di determinate patologie sulla popolazione. Oppure per avviare programmi nazionali di prevenzione, anche con il supporto delle tecnologie emergenti di Intelligenza artificiale.
Attualmente il fascicolo elettronico può raccogliere una serie di documenti sanitari di base. Tra questi: il profilo sanitario del paziente, i suoi referti, i verbali di pronto soccorso, le lettere di dimissione. E ancora: i dossier farmaceutici e il consenso o diniego alla donazione degli organi e tessuti. In alcune Regioni, se ne stanno aggiungendo altri quali i programmi di assistenza domiciliare, piani diagnostico terapeutici, i certificati medici, le vaccinazioni, e altri ancora.
 
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