Nel corso della Prima Assemblea Pubblica la Federazione ha lanciato una serie di proposte per valorizzare il ruolo del settore per un sistema più efficiente e sostenibile

“La farmacia è un patrimonio di cui dispone il nostro Paese, una rete di presidi territoriali e di professionisti che ogni giorno svolge, in silenzio e con spirito di sacrificio, il proprio lavoro al servizio della collettività, dalla grande città al piccolo centro rurale con poche centinaia di abitanti”.

E’ il messaggio lanciato dal presidente di Federfarma, Annarosa Racca, in apertura della Prima Assemblea Pubblica della Federazione, svoltasi questa mattina al Teatro Eliseo di Roma.

“Con questa manifestazione – ha spiegato Racca – vogliamo evidenziare che la farmacia vera è quella che conoscono e apprezzano i 4 milioni di cittadini che ogni giorno entrano in farmacia per avere farmaci, servizi, consigli e informazioni per la loro salute. Il buon funzionamento del servizio farmaceutico è dato per scontato e troppo spesso, quando parliamo di farmacia, ci accorgiamo che i nostri interlocutori conoscono poco le regole che ne consentono l’efficienza sull’intero territorio nazionale. Sentiamo quindi la necessità di far conoscere meglio la realtà della farmacia italiana, le sue specificità e le iniziative promosse per migliorare costantemente il servizio offerto alla collettività”.

E proprio con l’intento di far conoscere la realtà del settore, Federfarma ha presentato il volume “I numeri della farmacia italiana”, una pubblicazione ricca di dati, che fotografa una rete complessa costituita da oltre 18.200 piccole imprese professionali, in cui operano 70.000 addetti; di questi 50.000 sono laureati, per la maggior parte donne. Considerando anche l’indotto, il settore dà lavoro a oltre 100.000 persone. Una macchina che ogni giorno si mette in moto per portare le medicine agli italiani, anche a casa gratuitamente, se sono impossibilitati ad andare in farmacia.

L’Assemblea è stata inoltre un’occasione di confronto su temi caldi quali il rinnovo della Convenzione con il SSN, scaduta nel 1998, e la governance della spesa farmaceutica. Nel corso dell’incontro , cui ha partecipato anche il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, Federfarma ha colto l’occasione per lanciare al Ministero, alle Regioni, al mondo politico e all’opinione pubblica, una serie di proposte. Dal ripristino di uno standard quanto più possibile omogeneo su tutto il territorio nazionale per quanto riguarda le modalità di erogazione di farmaci, prodotti e servizi sanitari, alla distribuzione in farmacia di tutti i medicinali a carico del SSN, con la sola esclusione di quelli che richiedono particolari cautele in fase di somministrazione. Una soluzione, quest’ultima, che valorizzerebbe il ruolo della farmacia del territorio come Hub di riferimento per la distribuzione dei farmaci riducendo le barriere all’accesso dei farmaci e garantendo migliore aderenza alle terapie, omogeneità dei dati su tutti i farmaci distribuiti, miglioramento del governo della spesa farmaceutica complessiva e riduzione della frammentazione regionale nell’accesso al farmaco.

Per Federfarma occorre poi investire nella farmaceutica convenzionata per garantire l’erogazione di medicinali innovativi, oltre a reinvestire nel servizio farmaceutico almeno parte dei risparmi generati dalla farmacia stessa, in particolare con gli sconti a favore del SSN e le varie trattenute, che valgono 800 milioni di euro l’anno; risorse che potrebbero essere destinate a favorire la distribuzione in farmacia dei farmaci innovativi, dei prodotti dell’assistenza integrativa e dei nuovi servizi, oltre a finanziare progetti volti a potenziare l’assistenza ai pazienti cronici nell’ottica di migliorare l’aderenza alle terapie, con l’obiettivo di ridurre i costi complessivamente sostenuti dal SSN.

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