Sindacato Medici Italiani denuncia ferimento a una mano di un collega nel cosentino: “Basta con il clima di violenza contro i medici”

“Il clima di intimidazioni e di violenza, venutosi a creare nel Paese contro i medici, nell’esercizio delle loro funzioni, deve essere interrotto con misure urgenti di tutela”. E’ quanto affermano Roberto Pititto, Segretario Regionale dello SMI Calabria e Maurizio Borgese, Responsabile Nazionale 118 dello SMI, denunciando l’aggressione con un’arma da taglio e il ferimento ad una mano subita a Rossano, in provincia di Cosenza, da Iembolo Sinibaldi, Responsabile Regionale 118 della stessa organizzazione.

“Al collega e al dirigente sindacale, impegnato in tutti questi anni nella vertenza per la stabilizzazione dei medici calabresi convenzionati del 118 con la richiesta del passaggio al rapporto di lavoro dipendente con il SSR, va tutta la nostra solidarietà”.

“Le aggressioni a danno di medici e di sanitari nell’esercizio delle loro funzioni –aggiungono Pititto e Borgese – sono un fenomeno generalizzato che si manifesta in tutto il Paese, dal Nord al Sud dell’Italia. Per queste ragioni la nostra parte sindacale fa appello al Parlamento affinché vari una legge che riconosca ai medici in servizio (convenzionati e dirigenti) lo status di pubblico ufficiale e che vari una Commissione Parlamentare che studi il fenomeno e proponga delle soluzioni”.

Proprio ieri lo SMI ha scritto una lettera aperta a tutti i sindaci d’Italia e chiesto un incontro al Presidente dell’ANCI, per sollecitare un’iniziativa finalizzata a far destinare quote del bilancio delle ASL vincolate per misure di tutela e contro la violenza nei confronti dei medici e del personale sanitario.

“In Calabria, così come in tutto il Paese – concludono i rappresentanti sindacali – ci battiamo affinché la questione ‘Sicurezza sui luoghi di lavoro in sanità’ diventi necessariamente uno dei parametri che concorre al raggiungimento degli obbiettivi delle ASL e degli ospedali. Tutelare professionisti medici e sanitari che garantiscono la salute dei cittadini è una questione di buon senso oltre che di civiltà per il nostro Paese”.

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