La Federazione dei medici di medicina generale lancia l’allarme sulle insidie nascoste nella determina Aifa sull’equivalenza terapeutica fra medicinali contenenti differenti principi attivi

L’allarme proviene dalla Fimmg, la Federazione italiana dei medici di medicina generale; in base alla determina dell’Aifa dal titolo ‘Equivalenza terapeutica fra medicinali contenenti differenti principi attivi’, sarebbe a rischio la rimborsabilità di circa 1.500 medicinali, in maggior parte prodotti innovativi e per malati cronici; sia della fascia H relativa ai farmaci ospedalieri, sia ‘a distribuzione diretta’ o ‘per conto’, ossia acquistati dalle Asl a prezzi scontati e distribuiti poi in farmacia.

La direttiva, recepita nel Piano sulla governance del farmaco presentato dalle Regioni al Governo, indica infatti i requisiti dei medicinali che gli enti regionali potranno mettere a gara: essere in commercio da almeno 12 mesi, appartenere alla stessa classe Atc di 4° livello, presentare studi che ne comprovino la stessa efficacia rispetto agli altri della stessa classe, avere indicazioni terapeutiche principali sovrapponibili, medesima via di somministrazione, stessa posologia.

Tra i farmaci appartenenti alla classe Atc di 4° livello, solo uno sarà quindi rimborsabile mentre gli altri sono destinati a diventare a carico degli assistiti, salvo che questi ultimi non decidano di cambiare terapia utilizzando il farmaco terapeuticamente equivalente.

“Tra il farmaco che avrà battuto il prezzo più basso e quelli che verranno invece esclusi dalla rimborsabilità sembra non ci siano differenze – afferma il segretario generale Fimmg Giacomo Milillo – invece il danno per gli assistiti ci sarà eccome”.

Il farmaco terapeuticamente equivalente, precisa la Fimmg, non è un generico detto anche farmaco equivalente, ma un medicinale ‘con profilo rischio-beneficio sovrapponibile’, che può contenere anche un principio attivo diverso. In sostanza un’altra terapia, a cui il paziente può rispondere in modo diverso.

“Il fatto che poi si dica – sottolinea ancora Milillo – che è comunque garantita la libertà prescrittiva del singolo medico è solo uno specchietto per le allodole, visto che lo stesso medico dovrebbe motivare per iscritto perché si richiede la somministrazione di un altro farmaco non acquistato dalla Regione, rischiando sanzioni e richiami, come le esperienze passate insegnano”.

Sebbene la scorsa settimana la determina sia stata sospesa per 90 giorni dalla stessa Agenzia italiana del farmaco, la Fimmg, annuncia di voler incontrare il presidente dell’Aifa, Mario Melazzini, per chiedere il ritiro in toto della stessa. “L’incontro con Melazzini, conclude Milillo, sarà l’occasione per sollecitare anche l’avvio della sperimentazione che avrebbe dovuto consentire a 2.400 medici di famiglia di prescrivere i medicinali sottoposti a piano terapeutico, che costringono oggi i pazienti a una corsa a ostacoli per ottenere la prescrizione, con tanto di pagamento del ticket per la visita dello specialista, unico autorizzato al momento a prescrivere. Inerzie che stanno creando gravi disagi agli assistiti e che limitano l’autonomia prescrittiva del medico”.

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