Lanciata a Rimini la collaborazione che aiuterà i camici bianchi a gestire i sistemi digitali nel rispetto delle normativa sui dati sensibili

FNOMCeO e Garante della Privacy insieme per aiutare i medici orientarsi meglio sugli obblighi relativi alla tutela dei dati sensibili e a utilizzare in modo corretto le nuove tecnologie. Il tutto grazie a un’intesa lanciata nel corso della III Conferenza nazionale della professione medica e odontoiatrica svoltasi a Rimini. In base a tale collaborazione l’Autorità fornirà alla Federazione un database dei pareri già espressi in materia, consultabile per parole chiave e corredato da un’interpretazione realizzata dal gruppo Ict della FNOMCeO con l’aiuto dello stesso ufficio del Garante.

“Si tratta di un risultato importante per trovare soluzioni a tutte quelle situazioni in cui la privacy si pone come problema all’evoluzione dei sistemi digitali – ha affermato Silvestro Scotti, del gruppo Ict Fnomceo e vice segretario della Fimmg – Il medico, infatti, quando si confronta con flussi di dati sensibili dei propri pazienti, che si muovono ormai in un sistema di rete, rischia di intimorirsi rispetto a un problema che gli potrebbe derivare come responsabile o titolare del dato sensibile“.

In tal senso le raccomandazioni e i pareri del Garante potrebbero rappresentare un’utile strumento per i camici bianchi, ma spesso si tratta di contenuti di difficile comprensione. Di qui, spiega Scotti, la decisione di avviare un percorso collaborativo che d’altro lato “fornirà al Garante stesso un quadro chiaro del lavoro pratico e quotidiano del medico”.

Inoltre, alla “giurisprudenza” del Garante si aggiungono le novità normative per i professionisti su cui l’aiuto interpretativo dello stesso Garante è fondamentale. “In questo momento sulla privacy – ha aggiunto Scotti – è in vigore il regolamento europeo, pubblicato questo mese nella Gazzetta ufficiale europea. Dovrà essere integrato su alcuni punti che sono stati lasciati all’elasticità decisionale degli Stati fino al 2018. Il regolamento dovrà quindi coordinarsi con le normative italiane. Questa alleanza, perciò, è particolarmente utile oggi per consentire la tranquillità dei medici rispetto allo sviluppo digitale“.

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