Per la Cassazione il danno non incide su interessi di rango costituzionale. Nessun risarcimento, quindi, se il fotografo smarrisce gli scatti delle nozze

Il diritto a conservare le foto di matrimonio “non ha un interesse di rango costituzionale”. Se il fotografo smarrisce gli scatti del giorno del fatidico si, quindi, gli sposi non possono invocare il danno esistenziale.

Lo ha stabilito la Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 13370/2018 pronunciandosi sul contenzioso tra una sposa e un atelier fotografico. La causa era scaturita dallo smarrimento, da parte dello studio, di tutti gli scatti dei momenti clou delle nozze, compreso quello dello scambio delle fedi. La donna chiedeva quindi il risarcimento dei danni non patrimoniali derivanti dalla privazione del ricordo di un evento di particolare importanza.

Il Tribunale di Roma, in primo grado di giudizio, aveva riconosciuto le ragioni dell’attrice, condannando l’atelier a soddisfare le pretese risarcitorie della controparte. Sia per la mancata consegna del servizio fotografico, che configurava il totale inadempimento degli obblighi del contratto. Sia per i danni non patrimoniali “da qualificare come danno morale ed esistenziale”, cagionati alla signora. L’impossibilità di rivivere nel tempo le emozioni del matrimonio attraverso le foto avrebbe infatti inciso negativamente sulla vita della sposa.

La Corte d’Appello nel 2016 aveva riformato la sentenza confermando il solo risarcimento per l’importo del servizio fotografico.

Secondo il Giudice di secondo grado i danni non patrimoniali, invece, non erano dovuti in quanto “gli interessi tutelati non erano costituzionalmente rilevanti”. A fronte di tale pronuncia la donna si era quindi rivolta alla Cassazione.

Secondo la ricorrente, l’Atelier avrebbe leso il suo “diritto alla memoria o al ricordo”, parte del diritto all’identità personale sancito dall’articolo 2 della Costituzione. Tale principio tutelerebbe quindi anche un evento non ripetibile e di notevole importanza personale quale appunto il matrimonio.

Gli Ermellini, tuttavia, non hanno accolto le argomentazioni proposte respingendo il ricorso in quanto infondato. La Cassazione ha confermato che, pur trattandosi di una situazione certamente in grado di creare turbamenti d’animo, il danno subito non è così grave “da incidere su interessi di rango costituzionale”. Dal Palazzaccio chiariscono che l’esercizio del diritto a ricordare il giorno delle nozze grazie a delle foto “è rimesso esclusivamente agli sposi. Questi potrebbero anche, per varie ragioni, rinunciarvi e “decidere di affidare il ricordo alla propria memoria”.

 

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