Il gatto non ha microchip e questo rende difficile l’identificazione del proprietario
La vicenda di un gatto conteso tra due proprietarie alla periferia di Genova è finita davanti al tribunale del Riesame del capoluogo ligure.
Il felino, dopo un periodo di due anni durante i quali è stato fedele alla sua padrona, ha deciso di diventare un frequentatore assiduo dell’appartamento della vicina, finendo per trascorrervi la notte sempre più spesso.
In un primo momento, la proprietà “condivisa” del micio è andata avanti senza intoppi e il gatto – il cui primo nome era Fiocco – è stato anche ribattezzato Tequila dalla vicina di casa.
Ma la calma a Struppa, periferia genovese della Valbisagno dove si sono svolti i fatti, è durata poco. Quando la nuova padrona si è trasferita, infatti, ha deciso di portare con sé il micio. La prima padrona, però, non è stata d’accordo e ha denunciato l’ex vicina ai Carabinieri per il furto dell’animale.
Il caso del gatto conteso è finito quindi in procura e il fascicolo è stato affidato al pubblico ministero Emilio Gatti. In un primo momento, il pm – dopo avere valutato la denuncia della prima proprietaria – ha disposto il sequestro del micio, che è stato preso dai carabinieri di Molassana e restituito alla vecchia proprietaria.
Ma il ricorso da parte della seconda padrona non è tardato ad arrivare. La donna si è affidata al suo legale, l’avvocato Fabio La Mattina, il quale ha presentato ricorso per il sequestro del gatto davanti al tribunale del Riesame.
I giudici, però, hanno constatato la sostanziale assenza di prove in grado di confermare che il gatto, privo di microchip, fosse stato rubato, oltre a non aver trovato alcun riscontro circa la proprietà da parte della prima donna, la quale è in possesso solo di un generico libretto sanitario. A quel punto hanno deciso di affidare il gatto all’altra donna, ribaltando tutto.
Ma la vicenda potrebbe non finire qui. In assenza di un reato penale, infatti, la querelle potrebbe doversi sbrogliare davanti al giudice civile.
